Lifestyle

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22 June 2017

5 consigli per uccidere un blog

James-Moore

È fine giugno ed è l’ottavo compleanno del mio blog! Letta questa frase avrete già voglia di chiudere la pagina e l’immagine di una gif che rotea gli occhi stampata in faccia. Ma che ci frega?, penserete. Per consolarvi intanto posso dirvi che per questo genere di traguardi quantomeno ci siamo lasciati alle spalle le foto con i palloncini d’argento a forma di numeri.

Sto per parlare di blogging? Oddio no, ancora? Come quando qualcuno ti parla dei suoi problemi di lavoro o dei pettegolezzi in ufficio (l’equivalente in versione under 25 è parlare male/bene dei professori e degli esami) ovvero empatia e interesse, sì fino a un certo punto, quando non si tratta del NOSTRO settore. Quando lo è invece potremmo andare avanti a parlarne per ore. A sviscerare allegramente tutto il male che c’è.

Ma il mio campo è questo. Il blog. O forse era? Volevo arrivare giusto qui. Esistono ancora i blog? Voi li leggete? Io sì. Ne ho alcuni preferiti dove trovo articoli molto più interessanti di quelli che leggo nel 70% dei patinati magazine online. E i miei preferiti tendono ad avere una caratteristica in comune: sono blog “per hobby”, sì, come quelli del lontano 2009. Scritti da persone che di mestiere fanno un altro lavoro (spesso nella comunicazione), che sono appassionati di un argomento e ancora riversano nel web informazioni, contenuti ed emozioni. Niente SEO, niente spasmodica ricerca di clic per monetizzare. Ovvero le due motivazioni che oggi fanno pubblicare ai “professionisti” articoli di merda. E non si rivolgono a me, a voi, a chi legge, usando la parola follower. Viviamo nell’era dei follower. Sono un lettore, sono una persona o sono (pari a) un bot? 

Sapete cosa significa fare il blogger di professione oggi? Significa scrivere di prodotti per le aziende e per le agenzie (ovvero gli intermediari fra noi – i blogger – e loro, le aziende – i clienti). Beh ovvio, lo sapevamo già, i blogger fanno solo marchette, direte. Se pubblichi un contenuto in collaborazione con un brand è per forza una marchetta? Sì, forse, no, boh. Se ne è dibattuto in lungo e in largo. Il problema per me non sono certo le collaborazioni retribuite, se fatte con un senso e inserite in un contesto. Il punto è che il blogger oggi non pubblica mai un singolo sporadico sparuto articolo che magari gli nasca spontaneamente dal cuore. O dalla testa.

Dunque il blogger di professione, dicevo, scrive per i brand e per le agenzie. E per se stesso. Per nessun altro? No, non gli interessa nemmeno che qualcuno legga (semmai solo che clicchi). Deve pubblicare e stop. Perché dopo che ha pubblicato, aspettando un tempo che va dagli già irragionevoli 60 giorni fino a tempi biblici in qualche caso, arriva il compenso. Ma non scrive certo perché ha voglia di dire qualcosa.

E difatti i blog non esistono quasi più. Non perché non ci siano più persone che hanno voglia di leggerli come cercano di farci credere tutte le analisi di marketing attuali ma, cari miei, perché non esiste più niente da leggere. Niente che valga la pena di essere letto.

E perché l’affiatato trio blogger-agenzia-cliente dopo anni di sbattimenti ha pensato: ma chi cazzo ce lo fa fare? Di stare a scrivere i temini delle elementari – che per chi non ama e non sa comunicare, bisogna dirlo, comportano pur sempre una certa fatica – o di propinare tutte le volte una melassa sdolcinata di frase fatte. Ma andiamo tutti su Instagram, gente! Dove ora troviamo la stessa sbobba inconsistente di prima ma – sospiro di sollievo collettivo – più asciutta e veloce da servire.

Dunque ecco oggi gli influencer. Pubblicami ‘sta benedetta foto su Instagram, mettimi sotto un minimo di 1000 like – con mezzi leciti o mezzi non leciti, non interessa a nessuno – metti l’hashtag, che ti frega della didascalia, aggiungi un fiorellino, un bicchiere di vino, un culo. Pubblicato, fatto, a posto così. Duemila Euro a te, altri a me, agenzia, brand, influencer svaccato al mare gratis in hotel cinque stelle, tutti felici.

Voi siete soddisfatti? Di poter scrollare tutto il tempo solo questi “contenuti” su Instagram?

Io ancora scrivo un blog nel 2017, fate voi.

 

*Il titolo del post non c’entra nulla con il contenuto, l’avrete notato. D’altronde è così che fanno i professionisti oggi.

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18 comments

  1. Sono una tua assidua lettrice fino ad ora silenziosa.
    Rompo il silenzio per dirti che apprezzo molto il tuo piacevolissimo blog.
    Brava, continua così, è un piacere leggerti!

    Elinor
    • Grazie mi fa davvero piacere!

      Erica Blue
  2. Quant’è vero. Cogli proprio nel segno. Io sono ancora interessata a ‘leggere’ dei blog (o anche a semplicemente ‘guardarne’ i contenuti purchè degni di questo nome) ma faccio sempre più fatica a trovare qualcosa che valga la pena.
    Nel frattempo ho invece smesso di seguire qualsiasi it girl su instagram perchè mi sono resa conto che per lo più mi facevano innervosire e peggioravano la mia qualità di vita (e poi sono stufa di vedere fenicotteri gonfiabili).
    Non so cosa ne pensi tu, ma in una sorta di limbo metterei siti come man repeller o garance dorè in cui (soprattutto nel primo) c’è sempre ricerca sui contenuti che però stanno diventando a mio avviso quasi troppi e quindi impossibili da seguire nel loro complesso. Quanto a Garance, la moltiplicazione degli autori poi rende tutto molto meno interessante.
    (Il tuo rimane invece uno dei pochi blog imperdibili, brava Erica e grazie)

    Vero
    • Sai che anch’io ho lo stesso problema con manrepeller e garance, ci sono troppi contenuti! E di troppi autori, quindi oltre che impossibili da leggere tutti mi manca un po’ sentire la LORO voce.
      Grazie e concordo anche su Instagram, anch’io ho cancellato diversi profili perché mi facevano continuamente sbraitare.

      Erica Blue
  3. Sono d’accordo con te. Io penso che il “mestiere” inteso come abilità acquisita del blogger stia nell’alternare con buonsenso dei post personali o comunque non retribuiti con altri sponsorizzati. Il comune denominatore è che devono essere scritti entrambi con la stessa cura e originalità. Io so che si può fare.

    gynepraio
    • Già. Solo che bisogna volerlo fare.

      Erica Blue
  4. Anche io lettrice silenziosa, sono assolutamente d’accordo con te. Leggo pochi blog perché ne trovo pochi che siano veramente curati, con testi scritti bene e molta ricerca dietro ogni post. Come lettrice, non mi interessa che pubblichi 5 post a settimana se devono essere un caos di immagini e basta che non mi arricchiscono mentalmente in alcun modo. Preferisco pubblicazioni una volta alla settimana o ogni due, ma contenuti studiati, onesti, appassionati e personali. Magari prima o poi si creerà almeno una nicchia di lettori che snobba l’influencer di turno in favore della qualità e della personalità?

    Giulia
    • La nicchia di questi lettori per fortuna esiste già. E non è nemmeno così nicchia. È che si tende a non prenderla in considerazione. Perché si preferisce tenere il livello basso. Io ho sempre pensato che sei stai in qualche modo nei media hai una responsabilità a cercare di alzarlo invece il livello.

      Erica Blue
  5. Il tuo è uno dei pochi blog che ancora ho il piacere di leggere.
    Mai roba scopiazzata qua e là, argomenti sempre interessanti, si sente che dietro c’è una persona e le sue passioni.

    Continua così!

    Giulia
    • Giulia, grazie!!

      Erica Blue
  6. Leggo pochi blog, il tuo mi piace molto per la sincerità con cui scrivi e perché, soprattutto, sai scrivere!! Quando ho aperto il mio mi sono ritrovata (presa dal desiderio di visite) a scrivere commenti e a leggere blog illegibili (non tutti, per carità) con orrori grammaticali in ogni periodo. Ora sono più rilassata, scrivo per diletto e quando mi va, commento poco e solo quando penso valga la pena 😉
    Continua così!

    Cristina
    • Eh infatti ci siamo dimenticati che i blog oltre che per condividere immagini erano nati per chi scriveva. E infatti ora esiste solo Instagram, eheh!

      Erica Blue
  7. Ciao Erica, non scrivo mai ma ti leggo sempre.
    Il tuo blog è divertente, ben scritto, mai banale.
    Mi piacciono soprattutto i post di segnalazione di shop online, ma anche quelli di confronto dei diversi modi di interpretare le tendenze della moda.
    Fra i pochi blog che seguo oltre al tuo ci sono gynepraio, vita su marte e – fino a poco tempo fa – rockandfiocc, che però non scrive più.
    Non mi piacciono tutti i blog patinati, come garancedore e atlanticpacific. Manrepeller mi piace, ma non ce la faccio a stargli dietro.
    Non so se questo blog ti ha aperto il mondo dell’influencer engagement, spero di si. Continua così comunque.

    Amalia
    • Grazie Amalia!

      Erica Blue
  8. Appunto chi scrive più. Io non ho un blog ma mi piace scrivere. Che scriva bene o male non m’interessa, nel senso, io se scrivo lo faccio in primis per me: per esprimere emozioni, per esercitarmi con l’inglese, ecc e se divulgo è per il piacere autentico dello sharing., perchè io metto il tappeto rosso a chi, con un post o una foto in IG (dove mi dilungo con i post e lo so che non è il posto adatto per scrivere), mi illumina, mi stimola, mi incuriosisce. Lo so, sono all’antica, sono di nicchia, non sarei per un’agenzia il cavallo su cui puntare. Io ti ringrazio perchè qui trovo dei contenuti, anche se si parla di “frivolezze”, e si capisce che dietro c’è una persona seria. E ti ammiro perchè hai saputo mantenere nel tempo la tua “natura”. Mi rendo conto che uno, se lavora in questo ambito, deve adattarsi alle esigenze del mercato, ma un conto piegarsi totalmente per assicurarsi la bella vita, un conto aggiustare il tiro laddove necessario.
    Insomma, il succo del discorso che sono contenta ci sia qualcuno come te, da leggere per il piacere sano di leggere. Gli altri blog? depennati dai preferiti… perchè, sono ancora blog visto che scrivono un post ogni 3 mesi? Tutto su IG… come un fast food… davvero son convita anch’io che non gliene frega una cippa chi legge… io dico, ma almeno impegnarsi un filino di più no?! mettere una faccina non è sicuramente un engagement con il i tuoi follower degno di nota… boh, sarà che io sono davvero all’antica e sono pure da certi giri che non capisco… eh sì che io non mi reputo un genio, ma attenta al dettaglio, alle piccole cose… Ehhhhhhhh Erica, salvaci tu!

    Alessandra
    • Ahahah magari potessi! Comunque siamo decisamente sulla stessa lunghezza d’onda. Ma non definiamoci all’antica!

      Erica Blue
      • E’ vero, all’antica forse non è appropriato ma a volte mi sento così (e lo considero un privilegio) ^_^

        Alessandra
  9. Ciao nipotina. Te lo dissi a suo tempo. Da lettrice accanita mi sono rotta di sole immagini che pubblicizzano, soprattutto quelle dei blog di beauty. D’accordo con te e le altre, Manrepeller e Garance sono ormai sono magazines, a me piace il contatto diretto, lo spaccato di vita, lo sfogo bello o brutto, leggere un contenuto e scritto decentemente. Mi segnali a parte qualche blog carino rimasto? Baci buon we.

    La Zietta