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1 February 2018

Skincare, marketing e inganni: la mia posizione

skincare

Da tempo volevo scrivere un post che parlasse in maniera più generica e “teorica” della mia posizione e concezione di skincare, quella che ho maturato oggi dopo anni di lettura di articoli, post, video di YouTuber skincare e soprattutto grazie alla mia prova personale dei prodotti. L’occasione me la offre la recente uscita di un libro italiano sui cosmetici di BEATRICE MAUTINO intitolato Il TRUCCO C’Ѐ E SI VEDE – Inganni e bugie sui cosmetici. E i consigli per difendersi. Edizioni Chiarelettere. Uscito un paio di settimane fa, ho comprato e letto subito il libro, visto il mio interesse per l’argomento, ero curiosa di approfondire il punto di vista di una giornalista che abitualmente scrive e tratta di temi scientifici ed è quindi una divulgatrice scientifica.

Ora, il libro ha diversi pregi, il principale dei quali è quello di svelare i trucchi del marketing che utilizzano la maggior parte delle aziende cosmetiche, che in Italia troviamo in profumeria, farmacia o supermercato, per convincerci ad acquistare un loro prodotto. Lo consiglierei sicuramente a chi è (ancora) convinto del fatto che uno shampoo per capelli biondi o scuri, per capelli mossi o lisci, siano davvero diversi, a chi pensa che i prodotti cosmetici della farmacia siano migliori “a priori” in quanto venduti in farmacia rispetto a quelli del supermercato e a chi pensa che una crema che costa 80 Euro debba per forza essere migliore di una da 10 Euro. Tutto ciò, purtroppo, è in effetti falso e se volete capire meglio perché troverete molte risposte in questo libro.

Se penso però a chi ha avuto la curiosità o la passione di addentrarsi più in profondità nella materia skincare, allora il libro presenta alcune lacune. Penso che siano in poche ormai, almeno nelle generazioni più giovani e con accesso al web, le donne a credere ancora che il prezzo sia un indicatore veritiero della qualità di un prodotto. Siamo immersi nella cultura dei “dupes”, dei “best drugstore products”, sappiamo che due prodotti possono essere praticamente uguali con l’unica variante del prezzo e del packaging. Siamo ben felici di trovare un prodotto ottimo da 5 Euro. E di utlizzarlo o sostituirlo a quello da 40. (Anche se poi ognuno ha il proprio budget e non per tutti il prezzo basso è un valore in sé).

Il libro sembra essere dedicato a un lettore che non ha mai visto un tutorial e non ha mai letto una recensione personale su internet, a qualcuno che si dirige ancora tra gli scaffali scegliendo un prodotto unicamente in base alla frase allettante che legge sulla scatola o sente alla pubblicità in TV che dice che ringiovanirà dopo soli 7 giorni di utilizzo. Personalmente ho la presunzione di ritenermi un po’ lontana da tutto ciò (e sento che lo siete anche voi).

L’insegnamento più grande del libro comunque trovo sia racchiuso in questa frase, che vale non solo per un discorso sui cosmetici:

“TUTTI PENSIAMO CHE LA SCIENZA CI DIA CERTEZZE, INVECE NO. IL REGALO PIU’ GRANDE CHE CI FA Ѐ PROPRIO NON DARCI CERTEZZE.” [pag.63]

Lo spiega la stessa autrice che esistono opinioni, badate bene, scientifiche completamente opposte su uno stesso argomento. Il problema è appunto che degli studi e articoli scientifici che l’autrice porta a supporto di alcune tesi del suo libro, ne esistono altrettanti che esprimono un’opinione diversa (che non cita). Come se ne esce dunque? Forse formandosi la propria idea in merito, magari con una personale prova sul campo. Non è scientifico? Ma la pelle è la nostra, in questo caso siamo noi l’unico campione che ci interessa davvero.

La mia posizione per quanto riguarda la cura della pelle è: se un prodotto, una routine, un ingrediente funziona per me, sì solo anche solo per me (cosa che ovviamante è impossibile che accada, non sarò mai la sola e unica persona ad apprezzare un determinato prodotto), se noto delle differenze e dei miglioramenti, allora per me funziona. Certo bisogna imparare a capire come e quando qualcosa funziona e soprattutto imparare a calibrare il tutto. Questo è il segreto di una skincare routine efficace e di tutto ciò che regola il nostro corpo: trovare un giusto EQUILIBRIO. Più che il singolo prodotto, è l’insieme dei prodotti, più che il singolo ingrediente, è l’insieme degli ingredienti che fanno la differenza. Come si fa a impararlo? Provando, leggendo, informandosi. Come per tutto del resto. Non accontentandosi di un’unica voce o fonte. Sul web ho trovato centinaia di persone che raccontano le proprie esperienze, mettono foto del prima e dopo della propria faccia, spiegano prodotti, processi, benefici e proprietà degli ingredienti. Per me questo conta. Più di un INCI analizzato sulla scatola. Ovviamente più di qualsiasi forma di marketing.

Trovo che la carenza più evidente di questo libro sia l’avere come unico obiettivo quello di smontare il marketing aziendale, di sfatare miti e i nuovi allarmismi, di spiegarci che gli ingredienti che oggi sono spesso incriminati come dannosi – parabeni che causerebbero il cancro e SLS, ad esempio – non hanno invece nessun rischio per la nostra salute, sono assultamente sicuri. Sicurezza e rischio, sono le parole chiave nel libro. “Eppure – mi spiega un’amica -, ogni volta che sono tentata di comprare le creme da pochi euro, una vocina nella mia testa mi mette in guardia. Non rischio di spalmarmi delle schifezze sulla faccia?” [pag. 214] No, risponde il libro, alcuni ingredienti oggi sono considerati schifezze quando in realtà sono perfettamente e scientificamente sicuri e non fanno male alla nostra salute.

MA INVECE FANNO BENE ALLA NOSTRA PELLE? No, perché in teoria è per quello che ci spalmiamo la roba in faccia, eh. Non perché non ci faccia male alla salute e ci causi malattie, ma perché ci faccia bene alla pelle! L’acne vorrei che sparisse, le macchie anche, vorrei mantenere la pelle più elastica e prevenire le rughe. Quegli ingredienti sono sicuri ma poi che fanno? Perchè ne esistono altri che, pensa un po’ – seppure con i limiti individuali che ognuno ha e che sono (im)posti da genetica e dal nostro personale stile di vita e stile alimentare – nonostante questo in effetti SERVONO a qualcosa. Esistono persone che si picchiettano cose in faccia e la situazione migliora davvero Beatrice, incredibile eh? L’autrice del libro sembra non volerlo prendere nemmeno in considerazione questo effetto benefico, sembra che per lei qualsiasi prodotto cosmetico sia uguale all’altro. Che se ci dicono che una certa crema con un certo ingrediente fa male, quelli che lo dicono lo fanno solo per venderti il loro di prodotto, quello che non fa male, ma in realtà poi i due sono sostanzialmente identici. E soprattutto porta avanti questa concenzione, ancora ben radicata in Italia, che una skincare routine consista nel lavarsi la faccia e poi spalmarci sopra una crema. Stop. La solita povera, singola, solitaria, UNICA CREMA (di cui vi ho già parlato). Certo che così amica Mautino non andiamo molto lontano, con l’utilizzo di una crema idratante e al massimo l’antirughe, che comunque per te non fa nulla lo stesso, in effetti è vero, non otterremo molto sulla nostra faccia, sono d’accordo. Ma esiste anche altro, esistono diversi prodotti e diverse textures e ingredienti e differenti modi di combinarli insieme. Non esistono solo ingredienti che (non) fanno male, ci sono anche quelli che fanno bene. Ad esempio quando si parla di rughe bisognerebbe parlare molto di più di PREVENZIONE delle rughe e in questo sì che la cura delle pelle ci può aiutare davvero.

Per questo motivo è stata una delusione anche il capitolo del libro sulla QUESTIONE SPF. Il capitolo sulle rughe si conclude con questa affermazione: “D’altronde lo sapete qual è il miglior antirughe in circolazione? Proprio la crema solare.” [pag.165]. Evviva, brava, sì! Posso dirvi una cosa? Se c’è un consiglio che mette tutti d’accordo, amanti dell’eco-bio e non, guru occidentali e orientali, persino i miei due dermatologi che mi hanno consigliato rispettivamante le due peggiori routine della mia vita, ebbene tutti concordano su questo: mettiamoci ‘sto benedetto SPF sul viso che è la più efficace prevenzione antirughe e antimacchie.

Nel libro c’è un intero capitolo dedicato alla protezione solare che spiega le differenze tra i vari filtri chimici e fisici, il perché dei numeri, ad esempio cosa significa davvero SPF trenta. Molto interessante questo. Ma poi nonostante la frase di prima sulle rughe e una fondamentale constatazione sull’importanza del filtro UVA (sono quelli i raggi che ci fregano davvero ragazze!) cioè: “se è vero che il vetro scherma i raggi UVB è anche vero che gli UVA passano abbastanza indisturbati, come dimostrano le fotografie impressionanti dei volti dei camionisti o tassisti con la metà del viso in ombra che sembra di vent’anni più giovane della metà che prende costantemente il sole dal finestrino.” [pag.173]. Nonostante queste osservazioni anche l’autrice ci parla di SPF solo in relazione alla spiaggia, al mare, all’estate, al prendere il sole volontariamente per abbronzarsi. Sarebbe stata una buona occasione per ricordare che l’SPF per prevenire le rughe va usato tutti i giorni dell’anno in cui mettiamo la faccia fuori di casa (e c’è chi dice anche in casa!), tutti i 365 giorni quindi. Io ve lo ricordo qui: l’SPF è fondamentale per prevenire qualsiasi difetto della vostra pelle! Prevenire quindi, se cominciate a usarlo a 50 anni è un po’ tardi in effetti.

Altra insofferenza l’ho provata per il capitolo sugli SLS , “ovvero laurilsolfato di sodio, un derivato dall’acido laurico, il grasso principale dell’olio di cocco, trattato con acido solforico per conferirgli le testa idrofila” [pag. 103]. La testa idrofila è quella amica dell’acqua che vi si “attacca” e con il risciacquo porta via attacandosi tutto lo sporco e il sebo. Lavarsi funziona così, ci spiega in maniera eccellente la Mautino. Che fa anche una sacrosanta distinzione sullo SLS e che il suo essere “aggressivo” dipende soprattutto dalla concentrazione in cui viene usato, è chiaro che la stessa sostanza utilizzata per pulire i pavimenti o invece in uno shampoo sarà utilizzata in una concentrazione ben diversa. E qui ci siamo. Solo che poi l’intero capitolo è dedicato agli SLS solo in riferimento ai prodotti per capelli. E l’autrice ci spiega che nei capelli “abbiamo cellule morte, grassi, fibre e proteine. Vedete qualcosa di vivo qua in mezzo? La risposta è no. L’unica parte viva del capello è quella che sta all’interno del bulbo pilifero, ben nascosto dentro il cuoio capelluto. […] Anche se vedete scritto da tutte le parti che bisogna far respirare i capelli ed evitare tutto ciò che può farli soffocare, tenetevi forte: i capelli non respirano.” [pag. 105]

Concordo anch’io, i capelli sono come le fibre di un maglione, gli SLS non gli fanno nulla. Perfetto dunque ma con lo shampoo non insaponiamo anche la cute e il cuoio capelluto? I capelli non li irrita certo lo SLS, ma la nostra pelle? Se avesse preso in considerazione il fatto che gli SLS ce li mettiamo anche in faccia con saponi e detergenti? E che ci tolgono tutto il sebo? Se avesse considerato le centinaia di testimonianze di persone che hanno notato netti miglioramenti usando sostanze più delicate – sono altre forme di SLS ok, ma comunque evidentemente diverse – visto che non seccano così tanto la pelle? Ci sono persone che non hanno più l’acne grazie a questa scoperta. O irritazioni varie. Me, compresa. Il detergente senza SLS e a basso ph, se permettete, me lo tengo ben stretto visto il risultato che ha su di me/noi.

Infine due altre questioni a cui vorrei accennare: in tutto il libro la Mautone parla, in special modo riferendosi al marketing illusorio, delle multinazionali e dei grandi gruppi che ormai detengono quasi tutti i marchi di fascia alta o bassa che troviamo nella grande distribuizione o farmacia/profumeria. Le uniche eccezioni che cita nel libro come aziende indipendenti non multinazionali sono Chanel e “i liberi battitori ci sono, ma si contano sulle dita delle mani. Fra tutti Lush […] o l’italiana Kiko“. [pag.198] Ora, va bene che multinazionali come L’Oréal davvero possiedono di tutto ma che siano solo questi gli UNICI “liberi battitori” mi sembra una semplificazione eccessiva, nonché falsa. L’industria del beauty mondiale si sta rivoluzionando negli ultimi anni proprio perché sono nate decine, anzi centinaia, di aziende indipendenti (accessibili anche in Italia) che immettono nel mercato nuovi prodotti senza utilizzare un marketing aggressivo o illusorio, magari vendendo solo online e promuovendosi grazie al passaparola. Esistono molte aziende oggi che vogliono riportare la cura della pelle da dove era partita: offrendoci prodotti che servano a qualcosa.

Altra questione: “La neuroscienziata che è in me non può non rispondere che il prezzo conta, non solo nel definire quella che va molto di moda chiamare “experience” e che non è altro che il piacere che ci dà l’utilizzo di un determinato prodotto. Né più né meno quello che, in medicina, prende il nome di effetto placebo.” [pag.212]

In conclusione su questo sono in profondo disaccordo con Beatrice Mautino, i prodotti skincare, indipendentemente dal prezzo, non hanno sempre e solo un effetto placebo e non sono tutti uguali. La cura della pelle per molte persone, me compresa, sono una passione. E una gioia. L’experience conta certo. Ma oltre ad essere un “hobby” che gratifica la nostra sensorialità e rende piacevole struccarsi prima di andare a letto o prepararsi la mattina (e questo è un male poi?), è anche un atto del prendersi cura di sé che produce effetti visibili. Non ho mai avuto una pelle facile – e se comunque ringrazio mamma e nonna per i geni tramandati delle loro pelli perfette – su di me ho dovuto lavorare e devo farlo continuamente. Ma ottengo miglioramenti sostanziali se utilizzo determinati prodotti. Non è sempre tutta fuffa, non è sempre tutto solo marketing. E se a volte preferisco un prodotto a un altro perché lo considero esteticamante più gratificante, perché mi piace e mi rende felice vedere il suo packaging sullo scaffale, non mi sento in colpa per questo. Sì è vero, il marketing ha rovinato tanto, ha spinto le aziende a ricercare solo il fine della vendita invece che l’offerta di un prodotto efficace. Ma esistono ALTERNATIVE. Spetta a noi impegnarci a cercarle e a pretendere qualcosa di meglio dalle aziende. Il che comporta da parte nostra una presa di posizione attiva, una scelta e una preferenza, e dobbiamo anche informarci e studiare un po’. Almeno per quanto riguarda la cura della pelle è decisamente alla nostra portata. E può essere persino divertente. Oltre a regalare un’immensa soddisfazione.

 

*foto copertina: fotogramma dal film Persona, 1966

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15 comments

  1. Ciao Erica complimenti per l’articolo intanto! Vorrei fare un appunto se possibile, sono d’accordo con te sul fatto che è fondamentale prevenire le rughe e non curarle e che forse uno dei modi più efficaci è usare l’SPF ma secondo me è giusto dire che il prendere il sole, ovviamente nel modo giusto, non è dannoso anzi fa bene! Poiché entro i 30 anni esporre anche solo gli avambracci al sole per tre volte alla settimana è fondamentale per la sintesi della vitamina D, dopo questi il nostro organismo non la produce più e questa vitamina è fondamentale per il riassorbimento di Calcio e quindi per prevenire la osteoporosi!! Quindi giusto proteggersi dal sole ma nel modo giusto e soprattutto il sole può fare del bene!! Ciao e scusa il monologo

    Allegra
    • Ciao Allegra e grazie! Hai perfettamente ragione che il sole faccia bene come tu spieghi. Ma io mi riferivo in particolare agli effetti dei raggi solari sul viso, non sul corpo. E comunque esporsi al sole per “prenderlo, è un’azione volontaria e diversa rispetto ai raggi uva che ogni giorno ci colpiscono il viso anche quando ci sono le nuvole, ad esempio.
      E ci si può espoorre al sole per trarne benefici alle ossa pur proteggendo contemporaneamente la pelle.

      Erica Blue
  2. Ciao stellina, grazie per l’approfondito contributo. Sai che da sempre sono molto sensibile a queste tematiche e d’accordo con te che il catastrofismo non sia costruttivo e che ci voglia una informazione oggettiva e imparziale. Purtroppo su queste cose c’è ancora molta ignoranza. Many kisses.

    La Zietta
    • Grazie!

      Erica Blue
  3. Ciao Erika, ho letto di fila tutti i tuoi post sullo skincare e non posso che farti i complimenti per la piena consapevolezza che trapela da ogni tua parola, in ogni articolo che ammiro davvero molto.
    Da un paio d’anni sono passata a prodotti bio certificati (senza SLS, petrolati etc) ma in una routine occidentale molto basic (detergente, acqua micellare Bioderma; crema idratante). Da quando sono venuta a Milano la mia pelle risente molto dell’acqua e dell’inquinamento: da qualche mese ho aggiunto la sera vitamina C e la mattina lo Zinc di The Ordinary, ma questo apporoccio coreano mi piace davvero molto.
    Ho gia nel mio carrello il Balm struccante (che inizierò a usare prima), il detergente a ph basso e la crema Klaims. Vorrei aggiungere il passaggio esfoliazione: cosa mi consigli per iniziare? valutando se secondo me da quanto scrivi ho una pelle mooolto simile stavo pensando di prendere il tonico COSRX AHA. In questo caso poi che trattamento oltre alla crema idratante si abbina? Immagino niente più vitamina C…

    Giulia
    • Ciao Giulia, grazie mille e sono contenta che i post ti possano essere utili!
      Allora per quanto riguarda l’esfoliazione: se hai la pelle un po’ impura con qualche comparsa di brufoletto allora ti serve anche un BHA, come quello che trovi nel post di Paula’s Choice, è un esfoliante che va più in profondità. Con un AHA invece rimuovi lo strato più superficiale che è quello che ti farà avere poi la pelle molto più luminosa! Niente ti impedisce di utilizzarli entrambi comunque, solo non insieme! Per quanto riguarda i prodotti, ora che ne ho provati diversi dopo aver scritto il post sulla routine coreana, devo dire che quello di COSRX è molto blando. Se hai la pelle molto sensibile e non vuoi rischiare è ok, se vuoi un risulato un po’ più intenso e immediato ti consiglio invece di The Ordinary Glycolic Acid 7% Toning Solution, lo sto usando ora ed è una bomba! Se è la prima volta che usi un AHA utilizzalo all’inizio solo una volta a settimana e vedi come va, poi puoi anche incrementare, senza arrrivare però a tutti i giorni. La crema idratante che metti dopo può rimanere la stessa. E in effetti sì la vitamina C non utlizzarla nella stessa routine insieme, puoi utlizzarla la mattina e gli esfolianti la sera (sempre meglio la sera loro!). L’Spf ce l’hai? 😀

      Erica Blue
    • Questo non l’ho provato personalmente ma di solito gli SPF orientali sono fatti bene e hanno una bella texture non pesante! A me piace molto il Biore Aqua Rich Watery Essence (giapponese).
      Ti consiglio anche questo video di Gothamista dove ne consiglia diversi https://www.youtube.com/watch?v=P54pmGJ3yYY

      Erica Blue
  4. Che dire… GRAZIE! Ti ho scoperta per caso da poco, come da poco mi sto avvicinando a certi temi e oltre ai primi benefici che sto ottenendo seguendo i tuoi consigli, mi preme dire quanta disinformazione ci sia ancora. Per carità alle promesse del marketing ci credono in pochi, ma a firme, nomi e prodotti costosi e non sempre buoni (anzi) ci credono in tanti. Tanti che masticano poco internet, e più agée non hanno idea di cosa ci sia dietro. Ci si fida di commesse e del conosciuto. È importante parlare di questo, anche da un punto di vista ecologico, perché saponi, shampoo (e detersivi!) finisco sia sulla nostra pelle che in natura. Un altro grande articolo! Grazie ancora, alla prossima

    Chiara
  5. PS se hai libri, siti o blog da consigliare che parlano di questi argomenti ti ringrazio (se si può eh! Sono neofita anche di internet e blog ).

    Chiara
    • Grazie Chiara, magari potrei fare in futuro un post con i miei preferiti!

      Erica Blue
  6. Ciao Erica! I tuoi articoli sono sempre molto interessanti così come lo è questo, spero ne farai ancora di più. Ho da sempre capito che una crema costosa PUÒ esserlo per la pubblicità, il packaging, la marca e quant’altro e che un altro prodotto meno caro può essere molto più valido. Però non mi è chiara una cosa, non capisco perché chimici e figure altamente specializzate dovrebbero creare formulazioni per un prodotto inutile se non addirittura dannoso. Non lo capisco. A loro cosa viene? Il loro lavoro non dovrebbe essere proprio quello?

    Elisa
    • Me lo chiedo sempre anch’io. La risposta temo sia che l’importante è vendere il prodotto e producendolo a un costo basso (e poi per avere un ampio margine da spendere per pubblicizzarlo) e se non prodotto “non funziona” avrai sempre lo stesso problema da risolvere comprandone un altro…

      Erica Blue
  7. Ciao Erica, grazie per i tuoi articoli super interessanti sul beauty e in particolare skincare! Avrei una curiosità: cosa ne pensi di Kiehl’s?

    Chiara
    • Ciao Chiara e grazie. Come per qualsiasi brand non si può dare un giudizio complessivo, dipende dal singolo prodotto. Non ne ho provati di Kiehl’s, non molto mi attrae però ad esempio ho letto ottime recensioni del contorno occhi all’avocado, quello lo proverei.

      Erica Blue