Blue Notes

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30 ottobre 2013

Dei tessuti e altre sciagure

Quando faccio shopping c’è una cosa che guardo subito dopo la forma del capo e quasi sempre prima del prezzo: l’etichetta della composizione del tessuto. Sono una maniaca dell’etichetta, una fondamentalista del cartellino interno. Che rivolta abiti e maglioni per riappenderli non appena legge un numero a due cifre vicino alla parola “poliestere”. Vi spiego anche meglio il perché.

 Episodio 1- anno imprecisato dell’asilo: un giorno mia mamma si ritrova con una bambina ricoperta di bolle rosse sul busto e sulla schiena. Cos’è, cosa non è? Malattia infettiva no, intolleranza, allergia alimentare? Cosa? Nessuno ne capisce. Poi dopo giorni arriva l’illuminazione: è allergia. A una canottiera. Tolta quella via le bolle.
Episodio 2 – anno imprecisato delle medie: compro uno di quei reggiseni sportivi, senza ferretti e con l’elastico alto sotto il seno. Ci vado a scuola. Tempo neanche di finire la prima ora e corro in bagno con un prurito insopportabile. E scopro una serie di bolle orizzontali sulla pelle in corrispondenza dell’elastico.
Da qui in poi mi è ormai chiaro: sono allergica a una fibra sintetica, in particolare al maledetto elastam. Maledetto perché d’ora in poi comincerà la mia personale ricerca del santo graal: trovare capi che non contengano il suddetto. Ma avete mai provato voi a cercare un paio di slip di cotone che NON contengano elastam? Che non contengano poliestere ed elastam? Che non siano i mutandoni della nonna a vita ascellare? E che magari non siano completini stupendi 100% seta ma da 200 Euro? No perché è praticamente impossibile.
La mia gioia quando ne trovo un paio è pari a scovare il tuo capo preferito della stagione in saldo al 70%. Il tutto per un paio di mutande. Di cotone. Anzi, cento-per-cento-cotone. Che poi se sentite un qualsiasi medico vi consiglierà di indossare sempre il cotone a contatto con la pelle. Sì, peccato che le aziende siano, come dire, un po’ poco interessate alla nostra salute quanto più a qualcos’altro.
Qual è invece il vostro rapporto con i tessuti? Vi interessa la qualità delle fibre di un capo? Li scegliete anche in base a questo? 
Io – problema elastam a parte – ho bandito anche il poliestere. In questo caso per scelta (etica e di traspirazione). Mi sono accorta che spesso, soprattutto nei brand di alto livello, i
prezzi del poliestere sono assolutamente ingiustificati. Un top senza maniche in puro poliestere a 300 Euro?? Suvvia! Invece è pieno. Quindi la gente li compra. Io non capisco. Mi capita spesso di trovare all’interno della stessa collezione di un designer una camicia in 100% poliestere e una 100% seta con una differenza di prezzo tra le due spesso inferiore ai 50 Euro. Dunque personalmente preferisco spendere quel poco in più per avere una bellissima camicia in pura fibra naturale piuttosto che una soffocante roba di plastica. Magari bellissima sulle foto, eh, un po’ meno sulle mie ascelle. Capisco che possa sembrare un discorso un po’ snob ma in realtà anche i brand low cost a volte nascondono perle. Da Zara in mezzo al cartone e alla plastica si trovano a volte anche
fibre naturali (e se non è un 100%, ad esempio per i capi spalla, quando si supera almeno il 70% e il prezzo è buono direi che ci può stare), COS ha dei bei maglioni in pura lana a prezzi ottimi. Insomma basta avere la pazienza di spulciare bene le etichette, che tra l’altro ci sono sempre anche online. E’ obbligatorio segnalare sempre la composizione esatta dei capi.
Gli shop cinesi online (che devo dire vanno molto su tanti fashion blog) invece NON lo fanno ed è anche per questo che non li pubblicizzerò mai qui sul blog (nonostante me l’abbiano proposto molte volte). Oltre al fatto che nel caso capiti loro di segnalare la composizione questa sia totalmente casuale. Ed errata. Una T-shirt segnalata come “cotton” poi ti arriva in plastica altamente puzzolente. True story. Una volta. E mai più, grazie.
In definitiva ammetto di essermi complicata non poco lo shopping. Le eccezioni di tanto in tanto sono ammesse, le regole me le faccio da sola e cerco di
non diventare il capo di una mia personale setta. I jeans con al massimo il 5% di elastam ad esempio li sopporto. Un po’ di sintetico (possibilmente poco) in qualche cappotto e giacca va bene (anche
perché il cappottone 100% cashmere non è esattamente sempre alla portata). I top e i vestiti sintetici, soprattutto quelli estivi poi, però no. E no. Non transigo. E ne sono felice.
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23 comments

  1. CONCORDO!!!!!!! Etichette prima di tutto ( e non sapevo dei siti cinesi, grazie! Sono sempre tentata di comprare…)

    ROCK AND FIOCC
    • No in effetti non farlo! Alcune cose sembrano anche carine in foto infatti ma dalla mia esperienza con uno (che è anche tra quelli che sembrano meglio) è stata disastrosa. una qualità più che pessima e davvero puzzavano fortissimo di plastica! zara al confronto è haute couture!

      Erica Blue
  2. D'accordissimo. E le mie ascelle pure.

    SilviaKerkent
  3. da poco anch'io sto cercando di seguire questa filosofia ma i prezzi inevitabilmente aumentano (eliminando i capi di designer come hai scritto con prezzi pazzeschi e 100% poliestere…). Quest'inverno voglio evitare scarpe di plastica dei vari Zara, H&M e comprare solo maglioni 100% lana (inizio con quelli semplici semplici di Benetton ad un prezzo decisamente basso!)… chissà se ci riuscirò!

    Lens & anything Else
    • vedrai che alla fine ti trovi meglio :)
      E poi qualche sfizio uno se lo può anche permettere!

      Erica Blue
  4. Anche io guardo la composizione di quello che compro, dai vestiti al cibo. Credo che tutti gli acquisti debbano essere consapevoli e visto che comunque la logica delle aziende è sempre e solo quella del profitto dobbiamo essere noi consumatori a imparare a non farci fregare. Anche io cerco di scegliere gli indumenti con la miglior composizione possibile ma ne faccio anche una questione di prezzo: se il capetto molto di moda che durerà una stagione mi piace davvero tanto e costa davvero poco ma è di puro poliestere mi tolgo lo sfizio e via, per acquisti più impegnativi invece esigo una composizione all'altezza del cartellino del prezzo :)

    VERDEMENTA – fashion blog di una taglia 46

    Alessandra Castagner - verdementa
    • Esatto, sono perfettamente d'accordo con te! /Anche per quanto riguarda il cibo!)
      Infatti per togliersi uno sfizio stagionale ci sto anch'io quello che spesso mi dà davvero fastidio è che ci sono capi da sfilata con prezzi allucinanti in poliestere!

      Erica Blue
  5. Concordo! Infatti rimango delusa ogni volta da zara x la quantità di plastica che vendono. Mi sento abbastanza rimba nel loro negozio a guardare e riguardare le etichette delle camicette che sembrano di seta o cottone e poi, quasi sempre, sono di viscosa, poliestere e altra plastica.

    Anonymous
    • come dicevo nel post però qualcosa si salva ogni tanto!

      Erica Blue
    • oddio Myriam alla lana?? e quindi come risolvi?
      comunque davvero, queste allergie ti rendono tutto complicatissimo!

      Erica Blue
  6. yes, i do consider the fabric….i sweat alot..poliester makes funny smell . make me wet pit ( wet armpit :p )

    antonia
    • 😀 exactly!

      Erica Blue
  7. Da circa due anni anch'io sto più attenta a quello che compro. Credo di aver comprato 2 capi contenenti poliestere e basta! Infatti il mio shopping si è drasticamente ridotto perché le cose che voglio non sempre costano poco… Poi, però, ci sono le strade alternative: lo scorso inverno durante i saldi ho comprato una camicetta carinissima all'humana vintage lì a milano in 100% seta per 20 euro, i maglioncini in cachemere li cerco negli outlet così riesco a stare sotto i 50 euro e via così…

    Giada
    • Infatti basta sapersi organizzare un po'!
      E poi così i vestiti non li butti (o non hai più voglia di usarli) dopo 3 settimane…

      Erica Blue
    • Ok, grazie 😉

      Erica Blue
  8. Posso dirti brava? Brava! Ho la nausea di varie blogger e youtuber che pubblicizzano fantomatici shop cinesi con tanto di giveaway.. Finalmente un post sensato!

    Anonymous
    • Ognuno fa le proprie valutazioni. Io non mi sento proprio di consigliarli.
      Grazie comunque!

      Erica Blue
  9. Condivido, per l'intimo è durissima, non parliamo dei reggiseni… userò il link simplycris, per le calze come fai? Io seleziono, c'è anche qui una bella differemza tra Worlford e Calzedonia…Monica

    Anonymous
  10. Caspita! non deve essere semplice per te trovare intimo di qualità.
    Anch'io guardo sempre l'etichetta dei prodotti che acquisto. Soprattutto con i maglioni di lana. Non voglio cucinare ed incendiarmi allo stesso tempo 😀 A parte gli scherzi, sono davvero molto selettiva, sarà che mia mamma essendo magliaia mi ha sempre insegnato a controllare e capire il rapporto qualità/prezzo.
    Preferisco avere capi di qualità, di cashmere, ma non di marca, piuttosto che l'opposto. Per esempio d'inverno compro molto da diffusione tessile perché appunto il rapporto qualità/prezzo è buono!
    Certo, se trovo qualche pezzo che va di moda, mi piace tanto, e costa poco allora mi tolgo lo sfizio e pazienza per la composizione. Ma in linea di massima sono abbastanza esigente.

    Lela - seaseight interior design blog