Lifestyle

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7 luglio 2015

La mia prima volta all’EXPO

 

 

Se apro la finestra della mia camera da letto di notte vedo in lontananza le lucine colorate dell’EXPO. E per due mesi prima dell’inaugurazione ogni volta che tornavo a casa in macchina mi chiedevo se ci sarei arrivata a casa. Perché a causa dei lavori per EXPO spuntavano nuovi cartelli gialli e nuove improbabili deviazioni di percorso ogni due giorni. E si sa che la regola dei cartelli gialli delle deviazioni è che al terzo spariscono e tu ti ritrovi in mezzo al nulla sconosciuto.
Dunque capite che sull’EXPO le mie aspettative erano alte. Dovevo valutare se ne fosse valsa la pena di tutte quelle ore in macchina a urlare parole non dolci a quei cavolo di cartelli gialli.
L’occasione si è presentata la scorsa settimana. Con la mia prima volta all’EXPO. Anzi due occasioni. La prima al Padiglione Svizzera per Mode Suisse, una sfilata di designer
svizzeri che hanno riproposto le loro collezioni estate 2016. L’acclamato Julian Zigerli, Adrian Reber (in passato responsabile delle linee di maglieria Hugo Boss) e poi per la donna Nina Frey, il brand Steinrohner, la celebre maison di Zurigo enSOIE e il debutto di YVY, con i suoi accessori di pelle dal sapore molto dark.

La seconda è stata la presentazione alla Terrazza Martini di Icon 85 di Pininfarina, una collezione che unisce moda e design e dove 85 che sta per l’85esimo anniversario di Pininfarina. Una penna stilografica, un bracciale, un paio di occhiali da sole, un borsone, una polo e una penna infinita che scrive senza inchiostro ossidando la carta (top!) sono le sei icone di Pininfarina ognuna creata in edizione limitata di 85 pezzi. Ognuna realizzata insieme a una storica azienda italiana. Luxury innovazione e made in Italy 100%. E una passione per il proprio lavoro che la sentivo palpabile come il ghiaccio dentro al bicchiere del mio Martini Royale.

 E per quanto riguarda EXPO? Fare come me ed entrare a caso nei primi padiglioni senza coda che vi capitano a tiro sappiate che non è una buona strategia. Potreste finire dentro a quello del Cile che offre solo schermi che proiettano filmati. E quindi grazie me li vedo anche a casa. Piacevoli le atmosfere del Padiglione del Marocco, rinfrescante il suo giardino e buoni dolcetti e tè che abbiamo
assaggiato. Plauso alla Turchia per l’idea di un padiglione solo all’aperto (ovvero no fiumana di gente che aspetta fuori) e che offre piastrelle blue e bianche a profusione e un setting molto Instagram friendly. E buhuhu al Giappone che aveva deciso di essere chiuso proprio quel giorno.

Dunque ho voglia di tornare a esplorare con più calma questa Disneyland dei paesi del mondo e del cibo. Possibilmente con le idee più chiare su cosa io voglia davvero visitare. Con le scarpe più comode che ho. E con un potente antizanzare per sopravvivere al tratto di metri che separa l’uscita di EXPO e l’entrata della stazione. Dove evidentemente vige un lasciapassare speciale per le zanzare: sono solo lì ma probabilmente tutte lì.

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