Blue Notes

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3 novembre 2015

“I social media non sono la vita vera”: Essena O’Neill è una rivoluzionaria?

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La notizia “social” di oggi riportata praticamente da qualsiasi sito fashion o quotidiano online è stata quella di Essena O’Neill, una diciannovenne che ha pubblicamente lanciato un’accusa ai social media “lì la vita è falsa”. Essena era quella che oggi si chiama (orrendamente) web influencer, con un account Instagram da più di 500.000 followers e un canale YouTube (nel quale non ho capito di cosa parlasse) altrettanto noto e una carriera da modella. Essena pubblicava quotidianamente foto, profumatamente retribuite, dove indossava costumi da bagno o pubblicizzava brand. Ma ha deciso di lasciare tutto, di chiudere il suo canale YouTube e di cancellare la maggior parte delle sue foto Instagram perché erano “finte”. Lo yoga fatto sulla spiaggia? Finto. Le pose naturali? Frutto di ore di make up e di tentativi per trovare lo scatto perfetto che rendesse ancora più magro il suo fisico già di per sé perfetto. Ed Essena accusa quanto tutta la rincorsa ai followers, ai likes, fosse diventata un’ossessione per lei, non bastavano mai, tanto da farla ammalare, dal farla sentire sempre depressa. Da qui la decisione di cambiare “vita”.

Questa storia è stata presentata un po’ da tutti i media come quasi eroica e, per raggiungere il rilievo che ha effettivamente raggiunto, aggiungo anche piuttosto “rivoluzionaria”. Per quanto mi riguarda invece la vicenda mi ha lasciata piuttosto fredda. Instagram è finto? Non rappresenta la vita vera delle persone? Ma davvero?! Non mi sembra che sia stata certo Essena la prima a rendersene conto. Ma per me il punto non è neanche questo. Non sono i social media a essere finti. La lezione più importante dei miei studi di sociologia delle comunicazione è sempre stata: un media non è mai positivo o negativo di per sé. Un mezzo di comunicazione è infatti appunto un soltanto un mezzo. Sono i contenuti che vi si trasmettono a essere positivi o negativi. Interessanti o meno. Finti o veri. Ci sono blogger su Instagram che si photoshoppano il viso, il naso e le gambe. Che descrivono una vita sempre entusiasticamente sopra le righe. Perfetta, senza tristezza, né difficoltà, tutta da invidiare. E c’è chi invece non lo fa.

Essena dice di voler chiudere con i social media e lo fa con una serie di video. Attraverso il suo nuovo sito, “Let’s be Game Changers” dove promuoverà la nuova se stessa, la versione migliore. Un video che è diventato virale. Un video dove chiede a chi la pensa come lei anche un supporto economico, perché d’altronde i 500$ dollari delle foto in bikini non li guadagnerà più. I soldi che considera più “puri” li chiede comunque ancora attraverso il web. E qui che la sua teoria rivoluzionaria per me fa acqua. Non metto in dubbio le sue ragioni, nei video che ho ascoltato si vede che è sincera. Ma i suoi incitamenti a spegnere lo smartphone, a uscire di casa a parlare con la gente, ad andare al parco a conoscere nuove persone “perché la vita è vera lì” mi suonano francamente un po’ naif e decisamente ovvi.

Cara Essena, c’è anche chi pur stando sul web non dimentica, né ha mai dimenticato, la propria vita “vera”. C’è chi pur avendo un account Instagram ha sempre avuto dei valori, una coscienza, ha mantenuto il giusto distacco con la realtà e sa quanto contino gli affetti delle persone care, della famiglia. C’è chi non si è fatto ossessionare dai numeri dei followers. C’è chi tutto questo l’ha sempre fatto. Queste persone esistono, anche da quando esiste Instagram. Evidentemente forse non hanno mai fatto notizia.

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8 comments

  1. Sono d accordo con te, anche se apprezzo il fatto che abbia cercato di fare capire alle ragazzine cosa c’è dietro le foto per cui si diventa “Influencer”. Chi lavora nel campo capisce perfettamente cosa c’è dietro questo tipo di foto ma bisogna pensare a persone che non hanno idea di come funzionino i social ed è giusto che sappiano che le foto vengono sponsorizzate etc, così come i blog sarebbero costretti a specificare quando i post sono sponsorizzat. Detto ciò, il voltafaccia è un po’ esagerato secondo me, anche se preferisco qualcosa del genere rispetto a chi si photoshoppa tutta, decisamente! Poi ognuno sceglie come postare e chi seguire, di sicuro non starò ad ascoltarla mentre dice (online) che la vita vera è un’altra.

    giulia
    • Sai questa cosa del proteggere le ragazzine non mi trova molto d’accordo. Al liceo leggevo fior di tomi e scrivevo cose molte più profonde di adesso e così molta gente che conoscevo. Le ragazzine influenzabili saranno quarantenni altrettanto influenzabili. Perché c’è gente che vuole essere influenzata, vuole sempre un guru da seguire.
      E penso che ormai si sappia benissimo che alcune cose sono sponsorizzate sui social ma non trovo che sia l’influenza determinante. Certo dipende da chi segui e da cosa sponsorizza. Ma in caso di sponsorizzazioni di moda: che impatto ha se pubblicizzo un costume essendo pagata o meno? Se non mi pagano il costume mi piace se mi pagano in realtà non mipiace? Per me forse ha più impatto che le influencer che li indossino debbano per forza avere un certo aspetto…
      Cmq vorrei anch’io dei social media privi di photoshop, di vite perfette eccetera ma questa vicenda non li cambierà di una virgola.

      Erica Blue
  2. once again straight to the point!

    I’ve been thinking about this whole situation and you know… may be it is revolutionary to those, who grew up with social media and don’t know the life before. this generation is so much different than ours (born in the 80s) (which is more than normal, i guess). but still, the fact that it went viral and people claim it to be pretty much “revolutionary” is interesting per se, don’t you think?

    anyhow, great post! I share more or less your opinion on that one too. :)

    greetings,
    Teo

    http://www.eclecticflowers.com

    Teo
    • Yes, I agree that our generation has a different relationship with social media!

      Erica Blue
  3. You’re so right. When she started asking for support for her new website I was thinking… Well… Aren’t you still promoting something through social media? And those big crocodile tears? Really? You’re only 19 is not like you’re life is coming to an end. All of us are missing some things at some point. Cause we want to work hard and build a career but it’s not the end of the world. It’s just part of life. And how is she going to promote her website in the future? That’s the question. Or maybe she doesn’t need it. Cause she hit the jackpot with this video.

    Zenobia Lazarovici
    • Exactly…

      Erica Blue
  4. Io! Io! Presente! Non ho mai fatto notizia, non mi fila nessuno. Quello che pubblico è vero, sono io, sono le cose che faccio, banali, senza ritocchi — ritocchi, i filtri ci sono 😉 — e infatti non è che poi alla fine frega a tanti. E’ sempre lì la questione: dipende dall’uso che nei fai dei social e di come li vivi tu. Io ho scelto una via, gli altri facciano quello che vogliano.

    PS: hai ragione le ragazzine influenzabili sono anche le quarantenni influenzabili.

    Bacio

    Lela - Seaseight Design Blog