A febbraio c’è stato fermento nel mondo moda, poi sono arrivate le Fashion Weeks, gli abiti degli Oscar, tutti appuntamenti patinati. Il mio febbraio, come ogni anno, è stato più un combattere contro la voglia di letargo e quella di andare ad alzare il riscaldamento. Gennaio è il mese dei buoni propositi, febbraio quello in cui ti scordi dove hai messo la lista.

Ma tutto sommato non è stato un mese negativo. C’è chi mi ha sorpreso con parole gentili e ci sono gli amici e gli affetti di sempre. Ci sono stati tanti libri. E una rinnovata voglia di andare in giro con la macchina fotografica. Quest’anno non me la sono neanche presa per la carenza di attenzione verso il prossimo e per la spocchia che si respira durante la Fashion Week di Milano. Dove tutti sono sempre molto impegnati a dimostrare chi sono. Senza esserlo.

Ho ripensato a quanto sono cambiati i blog di stile in questi anni, tanti non esistono più, troppi si sono profondamente modificati. E oggi non ne trovo più molti che offrono ciò che me li rendeva interessanti un tempo. Oggi c’è (solo) Instagram e ci sono gli infiniti articoli che raccontano le 25 cose che non sapevi ma senza le quali non puoi più vivere. Ho cercato di ricordarmi qual era lo scopo di un fashion blog anni fa. E non era quello di documentare la sfavillante vita di giovani, ricchi e belli. Nel 2009 leggevo pagine di ragazze gentili che potevo virtualmente considerare amiche. E non sono solita invidiare le amiche. Mentre ciò che ci propongono oggi non è più condivisione, non è certo identificazione.

Non ci ricordiamo i giorni, ci ricordiamo i momenti. Non ricordiamo l’abito, ricordiamo cosa abbiamo provato indossandolo.

La moda per me è questa. Però i sentimenti per poterli raccontare dobbiamo anche provarli. E tre cambi d’abito al giorno e un cappotto buttato via dopo un pomeriggio hanno poco a che fare con i sentimenti.

Parola chiave di marzo: gentilezza. Voglio un blog gentile.

Collage di copertina mio.

Foto via: Antonio Marras AI-2016, Yasei Jidai Magazine, Art Direction di Eiko Ishioka, agosto 1976