Blue Notes

Blue Notes

5 aprile 2016

Blue Note – Aprile 2016

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Un mix di spunti, riflessioni e pensieri personali.

Un libro sulla creatività: Ho comprato e letto “Big Magic” di Elizabeth Gilbert. Un libro con una copertina orrenda. Il sottotitolo “vinci la paura e scopri il miracolo di una vita creativa” fa presupporre che si tratti di uno di quei manuali di self-help americani che sinceramente non sopporto e mai leggerei. L’autrice è quella di “Mangia Prega Ama”, romanzo che mi aveva lasciato mediamente annoiata e che poi è stato definitivamente annientato nella mia memoria dall’uscita del film, pieno di stereotipi (americani) sugli altri paesi in cui è ambientato. Una delle scene che ricordo da grasse risate era quella di un pranzo italiano dove sul tavolo erano appoggiati contemporaneamente piatti di pasta, carne, i secondi e i contorni. Eh no, cari furboni di Hollywood, noi non mangiamo come nelle vostre cene del Ringraziamento, le portate in Italia hanno un ordine di servizio… Ma sto divagando. Dicevo che ho letto questo libro che parla di “creatività” e che sembrava avere tutte le caratteristiche per farmi schifo. E invece NO. Infatti ne avevo letto recensioni positive. Elizabeth Gilbert riesce a trattare l’argomento in maniera non banale e a snoccioloare aneddoti, molti dei quali suoi personali, e consigli che sono davvero utili o piacevoli da leggere. Se fate, o vorreste fare, un lavoro creativo o se semplicemente avete una passione per una qualsiasi attività creativa – giocare a ping-pong, suonare il violino, dipingere, ballare – che vi attanaglia da quando siete piccoli (oppure anche da soli 3 mesi, è lo stesso) ve lo consiglio. Sprona a non darsi per vinti, a non cadere nella trappola dell’artista maledetto e lamentoso e soprattutto a fregarsene del giudizio altrui. Alla fine Elizabeth Gilbert ci ha messo più di un decennio di “gavetta” (leggi: sfruttamento & povertà) per sfornare e vedere pubblicato il suo primo bestseller (in salsa etnico-melensa), avrebbe potuto mollare il colpo molto prima. E invece ha continuato perché sapeva che voleva fare una sola cosa: scrivere. Che poi il suo bestseller Eat Pray Love a me non sia piaciuto, appunto, non significa proprio niente.

Il futuro dei blog? E Snapchat? Sabrina che da anni gestiva il fashion blog afterDRK, prima da sola poi insieme a una serie di collaboratori, ha chiuso il suo blog a marzo. Riaprendo subito un nuovo sito che si chiama Into-it Magazine. Fatto di foto meravigliose. E basta però, pubblica soltanto foto con una riga di didascalia. Sembra un po’ Pinterest. Ecco, se questo è il futuro dei blog, no Maria io esco. Anzi non esco, ma non mi arrendo e continuo imperterrita a oppormi a questa logica e alla supremazia di immagini, Instagram e app sulla parola scritta. Tutti mi dicono che “ormai conta solo Instagram” (ehm, vedi sotto), che Snapchat è il futuro (fino al primo algortimo). Ma per me entrambi, per quanto divertenti, non potranno mai sostituire la profondità di un testo scritto. E continuerò a preferire questo mezzo per la trasmissione di un pensiero un po’ più complesso, perché è quell’approfondimento che solo la parola scritta sa darti. (Anche un video, ma non Snapchat, dal momento che poi i contenuti “spariscono” perché approfondire?). Certo, capisco anche che ormai il mondo non è più fatto di pensieri complessi. Che tutto deve essere facile e veloce. Che nessun fashion blog va (e pare gli sia richiesto di andare) oltre a che cosa ho mangiato a colazione stamattina e qual è la mia borsa nuova. E io che gestisco un blog che tratta di questi temi frivoli, dovrei solo starmi zitta. E cominciare a snapchattare. Eppure continuo a pensare che ci possa essere una via di mezzo. O meglio un modo più aggraziato e meno superficiale per affrontare qualsiasi cosa [e qui fossimo su Snapchat ci sarei io a dirvelo con un filtro con le orecchie e il muso di un qualche animale. Così, per sottolineare la sollenità dell’affermazione].

P.S. vi prego usateli con parsimonia questi benedetti filtri su Snapchat che vedere 15 facce da coniglio al giorno comincia a diventare sfiancante.

Panico a Instagram-City. Il nuovo algoritmo di Instagram. E’ arrivato l’uomo nero e ha cambiato anche il vostro feed Instagram? Siete disperate perché non vi compare più la foto di Cicciabella87? Secondo me alla gente non gliene frega nulla dell’algoritmo e non penso si accorga di grosse differenze rispetto a prima. E’ un problema che interessa soltanto a chi usa Instagram come vetrina per qualcosa che è legato al suo lavoro. E difatti una valanga di blogger si è affrettata a supplicare di “attivare le notifiche”. Una cosa che personalmente mi guardo bene dal fare e dal chiedervi. Ci mancano giusto quelle di notifiche per avere un telefono con lo schermo acceso 24/7. A me con l’algoritmo potrebbero calare le visualizzazioni, è vero, il che non mi fa bene nel lavoro, né piacere, ma tant’è. C’est la vie. Soprattutto quando affidi il tuo lavoro nelle mani di Mark. Che tende un pelo a fare il suo di interesse. Per questo torno a ribadire la mia preferenza per questa pagina. Che è solo mia e vostra. E a Mark non gli do l’amicizia.

Un mese senza comprare vestiti. Marzo è stato un mese ascetico in fatto di acquisti modaioli. Totale scontrini: 0. Qualche giorno fa ho letto da qualche parte questa frase: “I’m bored of being bored by fashion“. Sono annoiata dall’essere annioata dalla moda. Per me ultimamente è un po’ così. Non dovrei dirlo probabilmente, ma è così. Gli acquisti da fast fashion va sempre a finire che mi lasciano insoddisfatta e penso che dovrei preferire la strada “del pochi ma buoni”. Per gli amici come per i vestiti. Ho anche letto da qualche parte (scusate, leggo, leggo e poi mi scordo dove) che per crearsi un guardaroba perfetto bisognerebbe avere solo e tutti capi che si abbinano l’uno con l’altro. Così anche pescando a caso si creerebbero look perfettamente coerenti. Ecco questo è da sogno. Se non hai una stylist che dorme nello stanzino insieme alla tua cuoca e alla cameriera questo è davvero un closet-goal. Un guardaroba che si compone da solo. Ah, sai quanto tempo in più per guardare i video su Snapchat?!

 

 

Collage mio, foto via:

NYPL, abandonedabandoned vi consiglio di dare un’occhiata a questo sito, sono tutte foto di luoghi abbandonati, alcune sono bellissime pur non trattandosi di foto “artistiche”. Il bello del brutto insomma, un po’ wabi-sabi.

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14 comments

  1. Che dire? Sono perfettamente d’accordo con te.
    Non farò mai i numeri delle outfit blogger e delle fashion influencer ma credo che continuerò per la mia strada sul mio piccolo spazio.
    Di Instagram mi dispiace, proprio perché non essendo una star non credo che questo cambiamento mi gioverà, ma tant’è. Snapchat non ho proprio il coraggio d’installarlo.
    Comprerò il libro sulla creatività. Senza la tua recensione non credo l’avrei mai preso in considerazione, anch’io odio i manuali americani di self-help.

    ElectroMode
    • prima o poi devi provare a dare un’occhiata a Snapchat, scoprirai che qualcuno è completamente diverso da come te lo immaginavi… (non sempre in meglio) ahahah! A piccole dose e se segui le persone giuste è divertente. Altrimenti a volte un una perdita di tempo in effetti…

      Erica Blue
  2. BEL-LIS-SI-MO POST. TE LO SCRIVO IN CAPS E CON I PUNTI ESCLAMATIVI!!!!!!!!!!!!!!

    giulia
    • <3 grazie

      Erica Blue
  3. Scrivi opinioni molto giuste. E ovviamente mi trovi d’accordo con te. Ma in questa società che non ha più valori, è difficile andare avanti e raggiungere risultati positivi. Ma sono certa che alla fine vinceranno le persone come te. Credici.

    Paola
    • Ti ringrazio del supporto Paola!

      Erica Blue
  4. Ti ho appena aggiunta su Snapchat, se ti vedo slinguazzare col muso da cane ti screenshotto e ti denunzio al dio della moda

    gynepraio
    • ahaha! prima o poi – quando avrò qualcosa di interessante da mostrare – mi paleserò su Snapchat. Munita di orecchie canine. O forse no…

      Erica Blue
  5. Beh io oramai leggo pochissimi blog (il tuo sempre) e mi è dispiaciuto per afterDRK ma effettivamente non lo seguivo più moltissimo mi annoiava ammetto e la versione nuova boh pensavo avessi qualche problema io di visualizzazione perché cliccavo sulle foto pensando di aprire un articolo e non usciva niente. Che senso ha?
    Mi piace leggere, mi piace la novità, si vede quando ci si impegna davvero per un blog (come il tuo) e non sai quanto mi spiace di aver perso la vena per scrivere il mio chissà… magari mi ci rimetterò presto!

    Non so quale sarà il futuro del blogging, non ne ho idea, ma so che ovunque andrà ne sarò sempre grata perché ho conosciuto tante persone interessanti (difficile da trovare altrimenti in una piccola realtà come Ancona, per carità possibile è ma un pochino più difficile) che sono diventate amiche, mi si è aperto un mondo che non è fatto solo di trucchi, abiti e borsette ma di passione e condivisione.

    Ho super bisogno di un libro così e se dici che ne vale la pena mi fido! Il film sì, era abbastanza forzato per non dire finto…
    Quanto hai ragione su quelle faccette di snapchat! Io seguo solo le persone per mera curiosità, non parlo e per come sono fatta (male eh) probabilmente non lo farò… ma in questo mondo così social mai dire mai!

    erika
    • Anch’io la prima volta che ho visto il nuovo di afterDRK ho pensato che non funzionasse! Mi chiedevo ma il post dov’è? 😀
      Ti ringrazio perché è vero mi segui da tanto e sono sempre contenta di leggere i tuoi commenti. E concordo, un blog ti mette in relazione con molte persone interessanti che altrimenti difficilmente avresti conosciuto e immagino che ad Ancona sia ancora più amplificato rispetto a una città come Milano.
      Il libro sulla creatività a me è piaciuto, ho anche sottolineato alcuni passaggi, cosa che faccio di rado, perché vorrei tornare a rileggerli.

      Erica Blue
  6. yes, especially about blogging! I’ve been thinking about blogging and where it’s going lately too. Granted, I don’t blog as a career, but it’s the words and the context behind the images that keep me engaged. Otherwise it sort of all turns into one big empty commercial…or at least that’s how Instagram can feel to me.

    Kayron
    • Exactly. There’s no problem for me that bloggers make out money from blogging, but they seems they can’t even publish one single photo or post without it being sponsored. There could be some more balance I guess…

      Erica Blue