Blue Notes

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5 maggio 2016

La ricerca dell’autenticità nei seguaci di Snapchat*

snapchat-autenticita

Mi riprometto sempre di non scrivere di argomenti troppo legati solo al mondo del blogging e dei social e di propinarvi invece 200 righe senza paragrafi di fatti miei ( so che non aspettate altro). Ma alla fine il mio passato da giornalista e la wannabe-opinionista-blogger che è in me si scalda per argomenti che ricadono immancabilmente… nel mondo web. O in questo caso nella vostra app col fantasmino. Perché l’argomento e il social del momento è naturalmente: SNAPCHAT.

“I 10 trucchi segreti dei ninja per i video più letali del west”. “Sei un’azienda? Scegli Snapchat. O il curatore fallimentare”. Gli articoli si moltiplicano come i profili dei nuovi utenti. Certo non starò qui io a spiegarvi cos’è questo Snapchat, nel caso non lo sappiate, vi lascio guidare dall’amico google che ha una risposta a tutto (anche a dove posso comprare quel paio di jeans, per dire).

Ciò che mi ha colpito di tanti articoli che ho letto è che Snapchat spesso viene visto e presentato come il social per riscoprire “l’autenticità” delle persone. Ah Snapchat, colorato regno di libertà, dove tutti siamo uguali, tutti privi di filtri (non è vero ci sono anche lì), dove Photoshop non può entrare e resta legato al palo di Instagram e dei blog di moda, dove in quei video da 10 secondi chiunque finalmente può essere visto e mostrarsi per ciò che realmente è. Le persone sono vereeeee su Snapchat!!

Ecco, io dissento. No, non è quasi magia Johnny [cit. non per Millennials]. E forse c’è un trucco e anche un inganno.

Cose-vere-davvero su Snapchat 1: il timbro della tua voce. Fino a che non metteranno il filtro vocale autotune o quello “parla anche tu come gli Orsetti del Cuore”, il tuo accento, le tue cantilene e la tua dizione (potenzialmente meh) sono tutte tue e ancora le tue, cara. (Ma secondo me li mettono).

C’è però una via d’uscita, puoi sempre stare zitta. Ci sono blogger che snapchattano da mesi senza aver mai pronunciato una sola parola. Forse un gridolino. Però sanno camminare e ce lo ricordano con video dettagliati delle loro scarpe e poi non mancano mai di mostrarci l’outfit con tanto di sguardo sexy allo specchio. Lascio a ognuno libertà di pensiero e di commento. Però personalmente se stai zitta sempre (sempre) a me il dubbio viene che potresti avere la voce di Lino Banfi o di Paperino.

Cose-vere-davvero su Snapchat 2. Esempio true story: tempo fa ho guardato alcuni snap di super top fashion blogger americana, al TERZO video dove faceva finta di avere qualcosa tra i denti *appoggiando cibo nero non meglio identificato sulle gengive e ridendo da sola come una matta* ho deciso che no, non avrei continuato con la visione dei suoi video. Ma qui sta il colpo di scena: neanche sul blog mi era mai stata simpatica. Nel senso che non aveva mai scritto una battuta o una qualsiasi frase avessi mai trovato divertente. O interessante. O intelligente. Quindi non è arrivata grazie a Snapchat la rivelazione, semmai solo la conferma, se cercavo l’ironia o i contenuti di spessore di certo non li avrei trovati  in quella ragazza, non sul suo blog né tantomeno sul suo Snapchat.

E’ questo per me il punto, Snapchat è falso o vero nella stessa misura in cui lo sono anche tutti gli altri socials. Puoi aver pianto per mezz’ora strappandoti i capelli e lacerandoti le vesti e poi registrare uno snap in cui urli “Super party in Ibizaaaaa”. E nessuno lo saprà mai. Nessuno conosce il prima, il dopo e il come di Snapchat.

E soprattutto dissento sul fatto che Snapchat mostri davvero il carattere di una persona. Mostra l’abilità – se volete mi spingo a dire il talento – di una persona nel padroneggiare questo mezzo. E non si può saper far bene tutto. Un fotografo o uno scrittore risulteranno più “veri” o bravi attraverso Snapchat o attraverso le loro fotografie e le loro parole? E più che altro loro avranno davvero intenzione di mostrare “i veri se stessi” attraverso un’app che propone filtri che slinguazzano, orecchie di cane e di koala e coroncine di Coachella? Ho letto che i filtri di Snapchat si ispirano ai “purikura” giapponesi, la cabine fotografiche dove puoi modificare la tua faccia nelle foto e aggiungere appunto filtri, cuori, occhioni. Una cosa che forse superata una certa età (la soglia qui è flessibile) potresti non trovare così entusiasmante da volerla usare proprio tutti i giorni. E poi – sorpresa – c’è persino chi pur utilizzando questa app, non vuole affatto mostrare “se stesso” ma altro, piccoli dettagli, luoghi, c’è anche chi non desidera il proprio presenzialismo costante sui social.

Snapchat può essere divertente. E’ divertente. Seguo alcune persone che mi fanno ridere, che mi trasportano nella loro bella quotidianità, che trovo interessanti. Altri mi annoiano molto. Altri ancora cominciano a usare Snapchat per dare consigli, cosa che mi piace e trovo ammirevole. Anche se poi ogni volta mi ritrovo a pensare: “ma questa cosa che hai detto nello Snap non è che me la scrivi/linki da qualche parte per favore?” Non so infatti se sarei in grado di ritrovare il ristorante consigliato da Snappina87 in mezzo a 800 mie foto e altrettanti screenshots. Quindi: Snapchat pare faccia felici i Millennials (o chi ha tanto tempo libero). O comunque qualcuno vuol far credere loro che sia così, che li renda felici. I Trentennials come me li vedo già un tantino più rigidi nel loro entusiasmo. E nel tempo da dedicarvi.

In ogni caso: Snapchat mette a nudo e fa capire se una persona è o non è autentica? Per me resta un giudizio che continuerò a riservarmi di dare solo conoscendo qualcuno veramente, di persona. Altrimenti quel qualcuno rimarrà vero (o falso) su Snapchat come e nella stessa misura in cui me lo può comunicare su Instagram, su Facebook, sul suo blog. O su My Space.

 

*il riferimento nel titolo del post lo capiranno soltanto gli affezionati lettori che mi hanno seguito qualche giorno fa anche su Snapchat. Ma in ogni caso love you aaaaalll!! (Sono falsa?)

 

Foto della copertina via silhouettes, editing mio.

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3 comments

  1. In parte penso che Snapchat possa aiutarci tutti a ridimensionare positivamente/negativamente la statura di alcune persone/personaggi che erano specializzati in alcuni particolari mezzi o social. Prendi il caso dell’Insta-star, che per l’assenza/minore disponibilità di filtri e strumenti di editing dovrà compensare con la spontaneità o l’originalità. In altre parole, può guadagnare in umanità (e “arrotondare” la sua persona e il percepito che i suoi followers hanno di lui/lei) oppure diventare la brutta copia di se stesso come un re nudo (perché non ha nulla da dire o mostrare).
    O prendi il caso del blogger abituato a riscrivere e limare, che prova con Snapchat a esercitare la sintesi.
    E’ impossibile riuscire a fare bene tutto, ma trovo che Snapchat sia più challenging di altri social. Niente, ho detto challenging, smetti pure di seguirmi, hai ragione.

    gynepraio
    • ahaha! però è vero che è challenging!

      Erica Blue