Fashion, Lifestyle

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16 novembre 2016

Niente da mettermi. Effetti collaterali dello shopping (sbagliato).

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“Non ho niente da mettermi” disse Qualunque Ragazza aprendo il proprio armadio. Che di solito invece è bello pieno. Il problema è a monte, quello shopping che ha rilasciato adrenalina e ci ha fatto saltellare col sacchetto in mano canticchiando sigle dei cartoni animati, poi passata la botta di ormoni spesso rivela che quello che abbiamo comprato, invece, è più adatto a un Matrimonio Gypsy o a Britney Spears periodo testa rasata. Ho riassunto alcuni errori da evitare nello shopping e alcuni consigli per costruire un guardaroba sensato. E per vivere felici e contente, ovviamente.

1 | L’EFFETTO CENERENTOLA

Fino intorno ai trent’anni tendiamo ad avere due guardaroba: uno per “tutti i giorni” e uno per la sera, per le occasioni speciali, per i super party. Il problema è che se non apparteniamo a famiglie di rampolli e casate nobiliari e investiamo 400€ per un paio di scarpe che indossiamo  per due matrimoni l’anno, altrettanto per una mini pochette da sera dove non ci entrano neanche le chiavi della macchina e continuiamo così per il guardaroba “speciale”, quello che resta per tutti gli altri TRECENTO giorni dell’anno è purtroppo assai modesto. Io passati i trent’anni ho salutato allegramente “il guardaroba da sera” che di serate nei locali ne ho fatte abbastanza. Oltre al fatto che non è detto che servano abiti diversi da quelli per il giorno. In Giappone ad esempio “il vestito da sera” come concetto, e anche nei negozi, non esiste neanche.

Neutralizzazione dell’effetto: La maggior parte del nostro budget destinato a vestirci dovrebbe essere investito in capi che si usano abitualmente, tutti i giorni e in diverse occasioni. Adattate cioè gli acquisti al vostro stile di vita concreto. E non fate il contrario acquistando abiti per quello ideale, sperando di essere invitate a un MET Gala tutte le settimane. Anche se avete comprato 20 paia di shorts e 30 costumi da bagno e abitate a Pavia e non a Malibu qualcosa nel vostro Progetto Guardaroba non sta funzionando. Se siete delle party girls allora ok ad abiti più colorati ed eccentrici, se invece vi piace passare le serate con una tisana e Netflix quattro skinny di pelle non vi servono di certo e forse sarebbe più intelligente investire in capi comodi da indossare in casa (e che ovviamente non siano una tuta!).

 

2 | L’EFFETTO RAPTUS DA I LOVE SHOPPING

“Non sono tanto convinta di questo vestito ma è in saldo!”, “C’è una svendita!”, “C’è il 30% sconto”, “C’è il Black Friday”, “Le spese di spedizione sono gratis!”. Quanto volte lo sento dire, quanto volte l’ho pensato. È ovvio che il marketing faccia di tutto per farci aumentare la voglia di acquistare ma care signore: il prezzo basso non deve essere la giustificazione principale di un acquisto. In particolare quando la prima parte del pensiero è stata “non mi piace del tutto ma…”. I capi che tireremo fuori più spesso dall’armadio non sono certo quelli arrivati lì con questo presupposto.

Neutralizzazione dell’effetto: aspettare i saldi per comprare una cosa che abbiamo in wishlist e che ci serve davvero. Questo ha decisamente più senso del percorso inverso.

 

3 | L’EFFETTO NON C’ERA LA MIA TAGLIA

Su depop una ragazza una volta mi ha chiesto :“Le tue scarpe sono un 38 io porto il 36, secondo te mi stanno?” True story e non-sense assoluto. Scarpe strette o scomode, abiti che tirano, maglioni che grattano, bottoni che non si chiudono. “Non c’era la mia taglia ma l’ho preso lo stesso perché mi piaceva troppo”. NO! Basta, datevi una frustata su quelle dita che cliccano “buy”. E al detto “Chi bella vuol apparire un po’ deve soffrire” io riservo il diritto di dissentire.

Neutralizzazione dell’effetto: I vestiti devono farci sentire a nostro agio e farci stare comode. Sempre e comunque. “Compralo solo se riesci anche a correrci e a farci le piroette”, dice il vecchio saggio. Tutto il resto rimane nel negozio e… it’s none of my business. Altrimenti il suo destino sarà appeso a una gruccia, mesto e inadeguato. Nel concetto “nostra taglia” c’è invece libertà di pensiero se vogliamo che un determinato capo abbia un effetto più oversize o più aderente, allora si può scegliere una taglia diversa da quella abituale. Ma deve essere una scelta ragionata e non imposta dalla disponibilità “dell’affare”.

 

4 | L’EFFETTO LOST IN CASSETTO

Il metodo Kondo per me è stata la svolta nell’organizzazione dell’armadio. L’ordine è veramente essenziale per creare e invogliare gli abbinamenti. Mesi fa avrei avuto bisogno di una commessa “Mi segua prego, signora” che mi illustrasse il contenuto dei meandri del mio armadio. Perché neanch’io sapevo cosa e dove. E se non sai dov’è di certo non lo metti come prima cosa di mattina quando sei di fretta.

Neutralizzazione dell’effetto: Tu Persona Perfetta che ti togli i vestiti quando rientri in casa, li pieghi e li riponi subito ordinati nell’armadio sappi che io aspiro alla tua immagine divina. Ma va bene anche sapere almeno cosa c’è dentro l’armadio. E tutto, non più o meno. Possedere troppo in questo non aiuta, vi assicuro. (E se il vostro armadio al momento non è per niente sotto controllo, c’è sempre una Giulia che arriva in vostro soccorso!).

A questi quattro errori si aggiungono anche l’effetto “ce l’hanno tutti, lo voglio anch’io”. O l’effetto “lo compro perché vorrei sembrare ciò che non sono”. Ma questo è un altro discorso. Mentre l’ultimo è fondamentale.

 

5 | L’EFFETTO ASTA AL RIBASSO

Far vincere una gara d’appalto per la costruzione di un’opera pubblica a chi offre il prezzo più basso abbiamo visto che in Italia genera solo disastri. E decidere di creare un guardaroba spendendo il meno possibile non è paragonabile, lo so, ma avete capito il concetto. Certo, non tutti abbiamo a disposizione ampi budget per comprare tutto ciò che desideriamo ma acquistare solo capi cheap e scadenti vi assicuro vi farà entrare in una spirale di frustrazione. “Non ho niente da mettermi” in realtà significa spesso: niente di ciò che possiedo mi piace veramente. E quindi vorrei sempre qualcos’altro che non ho. Dunque ricompro altra roba cheap. E nel frattempo avreste addosso due maglioni di cashmere. Qualità invece di quantità è sempre la chiave e fa essere più felici e soddisfatte, è provato. Ci metterete più tempo a perfezionare il vostro guardaroba ma scegliendo con cura ed evitando acquisti inutili si arriva a capire cosa ci piace davvero. Chi siamo e cosa vogliamo comunicare e indossare. E da lì in avanti è tutto in discesa.

 

Foto di copertina via Lula Magazine, editoriale “Things I wish I’d said“.

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10 comments

  1. ma che bello, bellissimo articolo! (e grazie per la menzione :))

    giulia
  2. ottimo post! perché non uno con la tua wishlist di longlastings?

    chiara
    • Grazie Chiara. E avevo in mente in cosa simile, sicuramente farò qualcosa!

      Erica Blue
  3. Ottima analisi! In più mi ha strappato un sorriso perché sono di Pavia. 😀
    Per il discorso della buona qualità: c’è anche l’usato, per spendere poco. Io sono diventata una fan dei mercatini, quando ne trovo uno do sempre un’occhiata e il capo-affare a pochi euro ci scappa spesso (parlo di giubbini Levi’s, top e abiti belli). Idem Depop e eBay, anche se lì c’è l’effetto rischio. Naturalmente bisogna avere adottato la mentalità del non comprare solo perché costa poco e avere occhio per quello che sta bene nel proprio armadio.

    Lily
    • Esattamente :)

      Erica Blue
  4. Bellissimo post Erica!!! :)

    Alessia
    • grazie Alessia!

      Erica Blue
  5. Un post che val bene un ripasso, caso mai ci trovassimo un pò allo stato brado di fronte al nostro armadio. Concordo pienamente con il tuo punto di vista, dall’inizio alla fine. In merito al primo punto “La maggior parte del nostro budget destinato a vestirci dovrebbe essere investito in capi che si usano abitualmente, tutti i giorni” niente di più vero ma uno deve fare i conti con la realtà. Ho cose carine e di qualità ma non nascondo che mi trovo a vestirmi tendenzialmente di acrilico, vuoi per il costo più accessibile (e non per un discorso di “va di moda”, ecc…. ho capito su cosa puntare e degli altri punti sono diligente senza lasciarmi “intortare” da promozioni, mode, e altro) ma anche e sopratttuto per necessità: chi è pendolare. di mezzi pubblici può capire. Treni zozzi e affollatissimi, gente irrispettosa che non si fa problemi a calpestarti i piedi e rovinarti le scarpe e i vestiti (eccome se capita!) quindi mi piange il cuore osare con capi di qualità… E scelgo uno stile minimal così posso mix&matchare il capo di “cartone” e quello di qualità. Piuttosto punto su accessori come i foulard, spille, collane. Eh beh insomma ognuno ha le sue… la pratica non sempre coincide con la teoria.

    Alessandra