Fashion

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18 dicembre 2017

Christine e l’idea di guardaroba concettuale

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Qualche giorno fa Giulia mi ha segnalato Wardrobe.nyc, il nuovo brand che Christine Centenera e Josh Goot hanno appena lanciato. Ve ne parlo perché l’idea è innovativa e quantomeno interessante. La prima collezione è composta da soli otto pezzi (per donna e anche per uomo) che sono stati pensati come un guardaroba coeso, otto capi essenziali, di lusso e di ottima qualità che si possono abbinare tra loro in diversi modi. Un cappotto, un blazer, un maglione, una blusa, una camicia col colletto alla coreana, una T-shirt, una gonna midi, un paio di pantaloni-leggings. Tutti i capi sono neri o bianchi, 100% lana, cotone o seta (tranne i leggings) e made in Italy (hanno scelto l’Italia per l’intera produzione). L’idea è di semplificare il modo in cui ci vestiamo, senza dover stare a pensarci sopra ogni volta, e quella di creare un piccolo guardaroba concettuale di lusso. Auspicare che questo possa essere il futuro del lusso è decisamente groundbreaking di questi tempi. Lo è anche il fatto che i capi si possono acquistare solo tutti insieme, in blocco: tutti e otto oppure una selezione di quattro. Direi che anche un’opzione del genere è decisamente fuori dal comune. Certo, Wardrobe.nyc, pur sottolineando il fatto che i propri capi siano di qualità ottima, in edizione limitata e “priced without retail margin” ovvero non è stato applicato un margine al costo di produzione, il prezzo per il mini guardaroba è di 1.500 Euro per i quattro capi e di 3.000 Euro per tutti e otto. Il che significa una media di 375 Euro a capo, ovvero anche che qui siamo, come sempre per questo tipo di designers, nella fascia più alta. Del resto però un cappotto o un blazer 100% lana made in Italy dove lo troviamo più se non in fascia alta?

In ogni caso, anche se questo non sarà per voi un’indicazione diretta di shopping, trovo che questo brand sia interessante da conoscere come concept. E il lookbook, che vedete qui sotto, è anche molto d’ispirazione per lo styling e per come vengono abbinati i capi. Potremmo non avere la disponibilità di acquistare in blocco e per una cifra così elevata, oppure non tutti i capi fanno esattamente per noi (io ad esempio, anche se mi piace molto, starei malissimo con il cappotto di taglio maschile e le spalle oversize, perché ho la spalle piccole e mi cascherebbe addosso) però se ci piace l’idea possiamo crearci il nostro mini guardaroba simile seguendo queste linee guida per i modelli.

Cosa ne pensate? Io sono già cuoriosa di vedere la prossima collezione per l’estate, pare sarà ispirata all’abbigliamento sportivo.

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Qui Christine che indossa i suoi capi in anteprima durante le Fashion Week dello scorso settembre.

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6 comments

  1. solo lei si puo mettere una camicia lunga con una giacca oversize e una gonna midi senza sembrare che anneghi nei vestiti!
    è tutto fighissimo ma se ci pensi talmente basico che puoi DAVVERO replicare il concept con capi piu cheap. E poi lo styling è tutto, altrimenti sono solo look da commessa di Zara…

    giulia torelli
  2. sono d’accordo con Giulia: trovo l’idea ottima, ma i capi in sè sono molto complicati da portare per chi vive nel mondo reale.

    Comunque ripeto, concept buono: trova 8 capi che ti rappresentano e vivi di quelli.

    It’s hard but you can give it a try :)

    chiara
    • Esatto, io l’ho segnalato per l’idea: scegliere e investire in un tot di capi che si combinano tutti facilmente tra loro e da lì parti aggiungendo altro.

      Erica Blue
  3. Il concept è molto interessante, un esempio perfetto di quality over quantity. Ciò che mi lascia perplessa è il tailoring del cappotto femminile alla Demna Gvasalia di cui non sono una grande stimatrice. Replicare la silhouette di un indumento maschile non significa dimenticarsi delle proporzioni del corpo femminile… Mi piacciono i capi oversize dall’aria maschile purché valorizzino la figura. Questo cappotto dal mio punto di vista fa l’esatto contrario.

    Valerie
  4. Non è il concetto del capsule wardrobe? È un’idea che sto sperimentando da un anno: palette e stile limitati, mi aiuta a non disperdermi nello shopping, frena molto l’impulso e le scelte non valorizzanti oltre a sottendere una filosofia sostenibile.

    Irene Panzeri
    • Sì è un po’ quello infatti! L’ho trovato interessante proprio perché è la prima volta che lo vedo così fatto da un brand di fascia alta :)

      Erica Blue