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5 April 2012

L’Avvocato del Diavolo veste Blogger

Un articolo pubblicato lunedì scorso su “Affari e Finanza”, inserto del quotidiano la Repubblica, “a tema blogger” ha datto il via in questi giorni a un dibattito animato sul web sul ruolo delle fashion blogger. E sui loro eventuali guadagni. Un argomento che piace a quanto pare. Ho mezza bacheca di Facebook piena di share degli articoli di altri blogger che si sono sentiti in dovere di dire la loro in proposito. Lo faccio anch’io.Cominciando dal fatto che ciò che mi aveva colpito leggendo l’articolo di A&F era stata in primo luogo un’espressione utilizzata – “secondo indiscrezioni” – alla quale seguiva poi tutto il racconto che avrebbe visto protagonista una nota blogger, di cui non si faceva però il nome, e un evento al quale non avrebbe partecipato per (fantomatiche) questioni economiche. Ora, io provengo da una famiglia di giornalisti e sono cresciuta a pane e “non si scrive un articolo che si basa sui mi pare, sembra che, si dice che”. Perché questi non rappresentano fatti documentati e un articolo che non si basa su fatti e nomi concreti non è una notizia. È un’opinione. Questo quanto alle regole del giornalismo di una volta. E che oggi evidentemente non valgono più. Chiusa la parentesi. La seconda cosa che mi ha colpito riguardo a diversi articoli sul web pubblicati da alcuni blogger che insieme al giornalista si scagliano contro una presunta superficialità e il fatto che alcune (outfit) blogger traggano un compenso spropositato dal loro lavoro (alcuni articoli li trovate qui, qui e qui) è stato: sono scritti tutti da uomini, maschi. Ora, tutte le loro argomentazioni sono volte a dimostrare quanto le fashion blogger (sempre con allegre generalizzazioni che fanno sempre bene, eh) siano vuote, superficiali, non sappiano scrivere, non facciano informazione, non sappiano nulla della storia della moda e così via. Grazie tante cari ragazzi (o anche care altre eventuali detrattrici o haters), state parlando di outfit blogger: ragazze che fotografano i loro look, parlano di tendenze attuali, e che mi risulta non abbiano mai avuto la presunzione di fare informazione. È come strappare da una rivista di moda le pagine degli editorial, degli shooting, considerare solo quelle e dire “Oddio questo magazine è proprio insulso non fa informazione” oppure insultare una stylist perché “non sa scrivere”. Non mi sembra sia quello il loro compito e il loro obiettivo. E poi cari maschietti, anche quelli più appassionati di fashion, quando vedete un sevizio di moda, cosa pensate? Forse ne apprezzate la qualità artistica, i vestiti dei designer? O vi sdilinquite in gridolini di gioia saltellando per la casa urlando “Oddio questa scarpa la voglio troppo, la voglio adesso, è fantastica!”. Immagino di no. Ma la moda per le donne è anche questo. Shopping. Acquisti. Soldi che si spendono per un oggetto materiale. È un argomento frivolo per definizione. E le outfit blogger nascono e soddisfano per tante ragazze questo scopo: mostrare immagini che, come i servizi di moda, hanno il puro e semplice compito di far vedere i vestiti, gli accessori e i possibili abbinamenti. È banale? Le foto sono brutte? Lo styling è orrendo? Possibile, sì. Ma possiamo lasciare questa libertà di decisione al lettore? Senza scomodare massimi sistemi, informazione libera e quant’altro. Mi guardo 20 minuti al giorno di outfit. Oddio devo sentirmi in colpa? È come la tv spazzatura, come se guardassi il Grande Fratello e l’Isola dei Famosi? A mio avviso in tanti non capiscono nemmeno il divertimento che una ragazza prova nell’aver trovato un’outfit blogger che rispecchia i suoi gusti in fatto di abbigliamento. Ti ispira, ti dà dei consigli, trovi delle idee carine su cosa metterti domani. E non è che per questo non puoi leggere altri blog che invece sì fanno informazione. Dai, ritiriamo tutti i libri della Kinsella dal mercato perché altrimenti non si vende più “Storia del Costume Italiano nel XIV Secolo”, bah… Ma veniamo al punto fondamentale che viene più contestato (e invidiato) ad alcune outfit blogger. Il guadagno. Per i detrattori sarebbero “soldi facili”: insomma, non conoscono le basi della moda, non fanno niente di che e via dicendo con tutta la solita pappardella. Perché è richiesto tutto questo per indossare e presentare dei capi? (Uhm, modelle che d’ora in poi sfilano gratis se non hanno fatto l’università, sì mi sembra una buona idea anche questa). Ancora una volta la moda è un argomento intrinsecamente frivolo. Oltre che un business. Il contro-argomento più forte è sempre lo stesso: se un brand ha la consapevolezza che un abito e un accessorio indossato da una blogger lo possa promuovere sarà pur libero di fare quel tipo di pubblicità. Ne ha il diritto. È un’azienda, cerca di guadagnare, non di fare beneficienza. Peraltro non è pubblicità occulta, al contrario di ciò che succede non di rado sulla carta stampata. Se poi vogliamo mettere in discussione tutta la società del consumo, la pubblicità, il marketing, okay, ci sto anch’io. Ma per favore non partendo dalle outfit blogger. “Ma loro però non propongono niente di che. Io invece mi sbatto, scovo nuovi designer, informo”, ribattono ancora i soliti blogger/giornalisti “impegnati”. E infatti noi vi leggiamo con piacere per questo. “Ma le outfit-cose però magari poi guadagnano più di me. Così è troppo facile”. Ah ecco, questo è il tasto dolente. Ora, che sia “facile” essere una blogger di outfit di successo che riesce anche a trarre un compenso da ciò che fa andatelo a dire alla graziosa blogger new entry che, aperto il suo blog carino, cerca con tutte le forze, gli spam, le minacce, di ottenere quel risultato. E il massimo che invece otterrà in tutta la sua carriera di outfit sarà l’invito a un cocktail con due salatini. Perché in realtà non è così facile “monetizzare”. La quantità di outfit blogger che ci riescono in Italia, su migliaia di blog, si aggira intorno a un numero a due cifre, quelle nel mondo saranno un centinaio o due. La loro forza sarà il talento, la creatività, il gusto. Oppure la fortuna, la bellezza, avere un guardaroba sterminato ed essere ricche. Ma c’è un motivo perché arrivano a quel livello. Questo motivo potrà essere per alcuni meno o poco nobile. Ma gente qui non stiamo parlando di persone che “rubano il posto ad altri” a causa di un concorso truccato, della raccomandazione di un politico o del papi. Disquisire di massimi sistemi sociali lo trovo ancora una volta fuori luogo. E se i blogger impegnati, che sanno scrivere, che sono creativi, che fanno informazione seria in ambito moda, o in altri settori, hanno tanta paura di farsi calpestare il proprio orticello da un tacco a spillo allora forse devono rivedere la loro autostima. Gente si può anche convivere. Ognuno facendo cose diverse. Ci si riesce, eh! Come direbbe una blogger-e-amica: “State sereni”.

Edit delle 17: Visti i commenti arrivati vorrei spiegare che il primo paragrafo era uno spunto (avete presente? uno spunto) per fare un discorso più GENERALE (non per parlare solo di una persona) e per fare una distinzione tra fashion blogger e outfit blogger. Che ci siano persone più o meno competenti, anche in questo campo come in tutti gli altri, mi sembra talmente ovvio, è normale che anch’io consideri alcuni blogger più interessanti, preparati e divertenti di altri. Ma questa distinzione sta nella mia personale percezione e lascerei a ognuno la libertà di farsi la propria. Possibilmente senza tediare continuamente tutti gli altri. E finché si tratta di vestiti, santocielo, la diseducazione culturale in Italia la vogliamo cercare proprio qui?

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50 comments

  1. Questa storia mi ha lasciata perplessa. All'inizio ho pubblicato anche io l'articolo sul mio profilo facebook (che poi di amici ne ho si e no un centinaio), mi faceva sorridere tutto l'astio del giornalista verso questa ragazza che per motivi di privacy chiamerò C. Nel giro di tipo 5 minuti era ovunque. Va bene, devo ammettere che mi fa sempre ridere quando tutti se la predono con la povera C, che secondo me se la ride sotto i baffi (perchè poi, diciamocelo, sta storia quanta nuova pubblicità le avrà procurato?). Ciò che non sopporto sono i blogger che si autodefiniscono seri ed impegnati, che prendono le distanze da quelle "sgallettate" che si fanno le foto, e poi scrivono un articolo sull'argomento proprio per catturare visite sulla scia di un fenomeno che tanto odiano. Io non sono una outfit blogger, per certi versi sono più affine ai blogger sopracitati, ma tra i miei contatti sui social network, la maggior parte sono proprio quelle "sgallettate": sono più simpatiche, se la tirano meno, condividono anche i contenuti degli altri senza paura di regalare visite ad un altro blog. E non si chiudono in una setta impenetrabile.

    Monica
  2. Sono d'accordo con te su tutta la linea. Apprezzo molto il tuo blog e credo che sia uno dei più interessanti e alternativi rispetto ai soliti… ultimamente invece la qualità dei giornali lascia molto a desiderare, visti i contenuti dell'articolo che hai citato… complimenti ancora… sei una fonte di ispirazione e di informazione preziosa con i tuoi post…
    Claudia

    Anonymous
  3. fQuel che si dice mettere in chiaro le cose. Sono d'accordo su tutto e ceri "livori" sono piuttosto meschini. Ma é maI possibile che in questo paese si vada avanti sempre con le caste ( quelle che certi giornali come Repubblica tanto deprecano).? Comunque il tuo blog é uno dei migliori, ti seguo anche su Grazia.it e penso che stai facendo un lavoro lodevole. Complimenti.

    Paola
  4. la cosa su cui non sono d'accordo è che le outfit bl. dovrebbero mostrare ciò che piace loro e non ciò che vengono pagate per indossare…
    così è solo pubblicità come quella che trovi sui giornali di moda, non realtà e gusto personale.
    fede

    Anonymous
  5. Oh finalmente leggo qualcosa di vero!! Ho cercato di non lasciarmi irritare da tutte queste polemiche e quindi concordo pienamente con il tuo punto di vista e sai cosa mi manda in bestia? Chi pensa di aver scritto una notizia senza citare le fonti anzi con più dubbi che prove in mano! Il giornalismo spazzatura è ovunque in italia. Io se fossi in colui che ha scritto l'articolo mi vergognerei assai.
    mannaggia

    C:

    http://moneygonefor.blogspot.com/

    chiara guadagnini
  6. Someone please translates it to English/Spanish? I would really like to know your opinion and I'm sure more non-Italian readers feel the same way!

    Love your blog :)

    María
  7. Concordo in pieno…Un po' di amarezza forse perché le blogger che riescono meglio sono quelle strapiene di soldi già in partenza, e che veicolano l'idea che per essere "in", ben vestite e ammirate devi necessariamente spendere miliardi su miliardi,alla faccia di tutto…Tolto ciò, anche io consulto spesso i blog, per curiosare, e prender spunto…

    Anonymous
  8. sì ok tutto. ma la persona di cui non si è ancora fatto il nome (e che mai nessuno farà non si sa perchè, manco fossimo nella campagna elettorale 2008), dice che il suo blog è lo specchio della sua vita, un'insalata delle sue giornate. che poi sia diventato un outfit blog lo dite voi per dargli un'etichetta e salvarla da chi dice che non ha mai espresso una sua opinione su nulla che non fosse una borsa firmata o una meta esotica.
    un'insalata della sua vita presuppone altro oltre all'abbinamento che ha indossato per uscire, o no?
    se la risposta è no, allora potrebbe puntualizzare e non continuare imperterrita sulla linea: io scrivo delle mie giornate.
    detto questo personalmente nutro per quel blog un fastidiosissimo attaccamento che mi induce a sbirciarlo una volta al giorno un po' per prendere spunto, un po' per rosicare. ma ciò non toglie che avrei almeno 5 o 6 cose scomode da chiederle che ancora nessun giornalista le ha domandato.

    Marianna da Roma
  9. Secondo me l'argomento moda non è poi così frivolo, è "godereccio", sì, ma tocca anche tanti campi come l'estetica, la storia, la psicologia – dato che si finisce anche per parlare di fisicità, canoni di bellezza, autostima. Dobbiamo proprio banalizzarlo e liquidarlo così?

    Ci sono blogger che sanno trattare di mode, lusso & co in maniera critica e anche spiritosa, senza rinunciare alla fascinazione per il luccichio del "frivolo" – un esempio: http://www.fashionisthenewblog.com/

    Insomma, tutte le critiche rivolte al fenomeno Ferragni hanno un fondamento di verità, e pure grosso secondo me. E mi sembra fuori luogo attaccarsi all'autostima degli altri blogger. Facciamo discorsi in generale o il solito gossip ad personam, per così dire?

    Liz

    Anonymous
  10. Non sono d'accordo per niente, e mi spiego.
    Il problema è secondo me solo uno, è che semplicemente i guadagni falsificano tutto – in forma di compensi o borse da 3.000 euro poco cambia. Le donne vogliono vedere shopping e acquisti sono d'accordissimo con te, ma se tutto ciò che mi fai vedere è una marchetta? Se ti pagano per indossare un abito si perde il senso di tutto quello che hai detto.

    Se il blog fa anche qualche "servizio" potrei accettarlo un compenso, ma se diventa una vetrina dove "io mostro quello che mi regalano o quello che mi pagano per mostrare" allora non va bene.

    Questo è secondo me il senso delle critiche.

    Michela
  11. l'articolo di repubblica diceva solo che una fashion blogger non ha partecipato ad un evento perché ha chiesto un compenso elevato,che non è stato accettato. il resto delle critiche e commenti sono esterni all'articolo in questione. se l'innominata blogger si fa pagare o comunque riceve regali per pubblicizzare prodotti e marchi e per varie collaborazioni con brand, perché è questo che fa da tempo, è paragonabile ad una rivista od ad uno spot pubblicitario e non più ad un qualcosa di personale e "libero".

    Anonymous
  12. Ciao Erika, ho condiviso anche io quell'articolo di cui parli e questa volta mi permetto di dissentire da quanto affermi perchè bisogna fare i dovuti distinguo: anche io adoro gli outfit blog e ne sono un'assidua lettrice, ma quello che credo è che ne esistano alcuni di altissima qualità fotografica (che di per sè è già un contenuto, non è che ci debbano essere per forza dei testi per avere un contenuto di elevata qualità). Altri francamente qualitativamente scarsi, e, usiamo pure il giusto termine, markettari fino alla nausea. E che peraltro hanno avuto anche l'ambizione di porsi come "anello di congiunzione tra il brand e il consumatore finale", quando l'unica cosa che fanno è in realtà fare solo becero product placement, senza alcuna capacità critica, e quindi senza alcuna utilità, per il consumatore finale appunto. Quindi ok, vero, si può convivere, ma per favore facendo le dovute distinzioni. Non tutti gli outfit blogger sono uguali. Per fortuna aggiungerei.

    Marianna
  13. Ammettiamo che non sia la Ferragni la blogger di cui si parla: avete mai anche solo dato un'occhiata al suo blog?
    Insomma, a parte smarchettare fa qualcos'altro? E' tutto un "mi hanno invitato qui, mi hanno regalato questo firmato da Tizio, indossavo un vestito firmato da Caio, delle scarpe firmate da Sempronio, ho passato una bellissima giornata, Baci a tutte. Votatemi su Chichismo"
    Ma a qualcuno sembra normale che una sottospecie di adulta del genere osi anche definirsi "donna in carriera"? La sua vita sembra essere NON la moda, bensì la griffe! Si vanta che le prestino, per fare pubblicità, una Maserati (balla che è stata ben presto smentita), o che Club Med le abbia offerto un soggiorno (a marzo, quando si dice alta stagione) in Thailandia.
    La Ferragni cerca di essere simpatica saltando nelle foto o facendosi foto con una bacchetta magica nel naso, ma a me risulta una deficiente.
    Pubblicava foto su phica.net e adesso soltanto perché da look total Burberry è passata a smarchettare Chanel le vogliamo ergere una statua? Mai che faccia un articolo su qualcosa di vagamente culturale, o quantomeno su un posto che non sia un negozio di abbigliamento!
    Dice di proporre look low cost e poi propone vestiti di Herve Leger, del costo di 1000 euro l'uno: tutti si saprebbero vestire quantomeno decentemente con 1000 euro di budget. Crede di creare outfit originale, e poi accosta una t-shirt non stirata di H&M con delle scarpe da sera di René Caovilla.
    Qualcuno si rende conto che questo soggetto sta alla moda come un analfabeta sta alla scrittura?
    E per concludere dico: donna in carriera, all'ultimo anno di giurisprudenza e scrive in un inglese e un italiano mostruosi. A pensare che un giorno potrebbe diventare un avvocato o un giudice mi si accappona la pelle. Saluti.

    Kroxey
    • Vedo che la segui parecchio però…

      mirko_toso
  14. ciò che hai scritto è corretto..o meglio lo è perchè hai specificato che si tratta di OUTFIT BLOGGER..esattamente..il problema scaturisce ed è scaturito in questi giorni, quando di tutta l'erba si fa un fascio, quando nel mucchio "fashion blogger" vengono riunite tutte coloro che possiedono un blog..che pubblichino soli outfits o articoli, non importa, si generalizza e si butta il tutto in un bel minestrone. Non va bene, come hai detto pure tu, si può convivere, facendo cose diverse : è proprio questo il punto, ognuno ha il suo ruolo, ognuno lo gestiste come meglio crede, ma la società che incorpora queste figure dovrebbe allora SMETTERLA di UNIRE attraverso la stessa etichetta (fashion blogger), coloro che poi fanno due cose completamente differenti. tutto qui. ho scritto giusto ieri un articolo a riguardo, se ti va passa a leggerlo..

    http://myfashionmode-giada.blogspot.it/2012/04/fenomeno-blogger.html

    Giada
  15. Finalmente un post obiettivo e puntuale. Complimenti! Sono del tuo stesso parere, condivido in pieno tutto ciò che hai scritto! Io leggo tutti i lunedì Affari e Finanza, trovo articoli precisi, completi, insomma è un inserto di economia degno di nota. Ma, appena lette le prime due righe dell'articolo in questione, sono rimasta basita dal "pare", "sembrerebbe". Il giornalismo vero e proprio non è basato su questo, ad ogni teoria deve seguire un'argomentazione e soprattutto PROVE, FATTI. Altrimenti, si tratta di opinioni personali. E non mi pare che un giornale di quel calibro possa esser fatto di opinioni personali e non di ARTICOLI.

    http://9lla.it/

    Novella - 9lla.it
  16. Ciao Erika,
    sono d'accordo con te, non tanto perchè voglia difendere la blogger in questione (o chi per essa) ma perchè odio chi per farsi pubblicità scredita e critica pensantemente altre persone, nel caso specifico facendole passare per "vendute" e "snob" (parlo di TUTTI gli articoli che ho letto in merito, non solo quello su Repubblica). Inoltre sarò ingenua io, ma non credo molto a ciò che viene detto! Non credo che ci sia bisogno di farsi pagare per una collaborazione, se è vero che mi pagano gli sponsor sul blog, non è vero che scelgo solo brand di lusso, se ho appena creato una capsule collection per una casa di intimo low cost e una linea di abbigliamento in collaborazione con un brand low cost, non è vero che non mi considero una blogger, se in tutti i miei post parlo di BLOG (blogger = chi scrive un blog!!!). Inoltre vorrei dire a Marianna da Roma che la ragione per cui probabilmente non è stato fatto il nome della suddetta blogger, è perchè non esiste alcuna prova tangibile di ciò che è stato riportato, e dichiarando il falso si può essere citati e querelati! In conclusione, non so cosa abbia tutta sta gente da criticare, e credo che onestamente sia la solita, nota, vecchia invidia. Se voi non fate soldi e lei sì, la ragione è tra queste: è più bella di voi, è più intelligente di voi, è più ricca di voi, ha il fidanzato più bello del vostro, è più spigliata di voi, è più coraggiosa di voi. Saluti e baci! E.

    E.
  17. Il tuo primo punto è sessista e non sta in piedi, un uomo non può capire o parlare di moda perché a causa del suo genere non comprende come ci si relazionano le donne? Nel 2012??? Per favore.
    Sono d'accordo invece sul quel "secondo indiscrezioni" che in un articolo fa storcere il naso, poi io penso che molte delle critiche alla Ferragni non derivino tanto dal suo essere un outfit blogger ma da ciò che è arrivato dopo: linee di scarpe, di intimo, ecc in collaborazione con brand famosi che dovrebbero valorizzare chi davvero conosce la moda, perché di blogger competenti ce ne sono, e invece stanno dietro a una che venera i teschi.

    bianca
  18. quoto Kroxey

    marianna da roma
  19. Ci tengo ad aggiungere che avrei un paio di cose da criticare all'ignota blogger, ma non vado in giro ad insultarla solo per questo. E comunque io la invidio, la invidio parecchio. E.

    E.
  20. se Repubblica scrive una cosa del genere vuol dire che Ge Bland Salad ha rotto le palle in alto. Ai tempi di Dolce e Gabbana e la borsa Sicily i due si sono limitati a ridere di lei, adesso che avrà fatto? preteso la fornitura vitalizia di rucola? vuole in comodato i gioielli della Regina? o l'affitto a equo canone di Versailles? Povera mentecatta…

    xxx
  21. vorrei capire perchè un giornalista realmente "arrivato" nella vita come Simone Marchetti dovrebbe invidiare una fashion blogger
    lui è un vero professionista e occupa una posizione che tante sgallettate con i loro ridicoli blog si possono sognare la notte
    vorrei aggiungere che su un altro articolo di Repubblica è comparsa una forte critica verso la Ferragni, stavolta con nome e cognome, evidentemente questi non sono solo gli sfoghi da soloinvidiosi ma i chiari sintomi di una società che non riesce più a tollerare l'ostentazione, il vuoto e il cattivo gusto di chi sta facendo del lusso e della volgarità il proprio marchio di fabbrica peraltro in un paese al collasso dove la gente ha un sacco di problemi

    sono critiche al costume espresso da questi personaggi, io dico solo finalmente

    e la gente che fino a ieri era magari sulla pagina delle avvilite a criticare la Chiara e oggi corre in sua difesa, no ma veramente, ma ce la fate?

    Anonymous
  22. Se il signor Simone Marchetti è un giornalista arrivato non capisco perchè debba spendere parole per criticare una che la maggior parte di voi definisce una nullità… Se avesse voluto fare una critica alla società l'avrebbe fatta apertamente, credo! Io non difendo e non critico nessuno, cerco solo di essere oggettiva e arrivare al nocciolo della questione. Non è detto che ci riesca ovviamente. E.

    E.
  23. E. scusa ma dire che Marchetti è invidioso della bellezza di Chiara o del suo fidanzato è davvero infantile :)
    lui non ha fatto nomi e vuoi sapere la verità? l'epoca dell'edonismo berlusconiano è tramontata, se Repubblica ha deciso di puntare il dito contro questa gente non è per caso, è una chiara mossa politica, i fashion blogger non rappresentano il paese italiano, sono una cattiva pubblicità, mi pare che il governo punti su altro in questo periodo, e personaggi che ostentano outfit che costano come 5 stipendi medi messi insieme non giovano alla nostra immagine
    Marchetti poteva essere lui come qualsiasi altro, ma alle spalle c'è qualcosa di più secondo me
    e non ti illudere che sia perchè questi blogger sono talmente POTENTI da richiamare l'attenzione in alto, è solo una goccia nel mare, ma esiste quindi ci si occupa anche di quella

    Anonymous
  24. Non mi riferivo a lui quando parlavo di invidia, ma più che altro alle "rivali" e alle "aspiranti". Tuttora non mi spiego come mai si fosse interessato ad un argomento del genere, comunque mai avrei pensato che potesse esserci sotto una questione politica: cado dalle nuvole! E.

    E.
  25. avere una "passione" e costruirci su un business virtuale non è un merito o un talento da invidiare, è solo una riuscita operazione di marketing
    Repubblica è un giornale serio, la critica a un fenomeno di costume che è irrimediabilmente obsoleto e legato al paese dei balocchi di Berlusconi, ci sta tutti, mi dispiace, ma non c'è da cadere dalle nuvole, se vivi in Italia :)

    Anonymous
  26. io non capisco davvero perchè tutto questo scandalo
    a me pareva chiaro come il sole che le fashion blogger chiedessero dei compensi più o meno alti per presenziare, per collaborare ecc
    o forse eravate davvero convinte della favola delle semplici ragazzine appassionate di moda che fanno tutto per divertirsi o per hobby?
    e poi ragazze insomma basta con questa storia che lei è la più bionda, la più bella, la più ricca, la più fortunata, la più amata
    iniziate a prendere in considerazione che al mondo esistono delle diversità di vedute, siete liberi di fare quello che volete, nessuno mi pare che fino ad oggi vi abbia suonato alla porta di casa dicendovi di chiudere il blog, però la gente è libera di dire questo prodotto non mi piace
    a me i fashion blogger non piacciono, sono libera di pensarlo? no?

    Anonymous
  27. Io credo che fare la fashion blogger non sia una passeggiata.Nel senso che come tutti i lavori pretende molto tempo, cervello e fatica. Dovremmo essere contenti che queste giovani donne ( non solo Chiara) hanno trovato il modo di guadagnarsi il pane quotidiano
    ( e non cominciate a dire che Chiara ne guadagna troppo . Se é ben pagata state sicuri che chi la paga ha il suo grande tornaconto) in un momento in cui in questo paese i giovani purtroppo si girano i pollici a casa. E per favore non osate chiamatele marchettare. Sono certa che per questo lavoro non l'hanno dovuta dare a nessuno. Quindi lasciatele in pace ( Repubblica compresa) e occupatevi di qualcosa di più importante. Tanto rumore per nulla.

    Patuc12
  28. mi pare che il vostro sistema di riferimento bloggericentrico contino solo i soldi guadagnati, il successo, la visibilità, non vi è mai passato per la testa che queste cose non rappresentino necessariamente un modello o un punto di arrivo?

    Anonymous
  29. Il tuo discorso sarebbe condivisibile se la ragazza in questione si mostrasse al pubblico senza alcun tipo di pretesa, e con estrema umiltà ammettesse di essere una privlegiata che deve il suo successo al fidanzato zerbino che compra ogni cosa lei le chieda, e che ha una famiglia alle spalle che è in grado di mantenerla e allo stesso tempo permetterle di fare una bella vita. Il problema è che la signorina Ferragni prima si erge a guru della moda criticando anche outifit di Misha Barton al Chiambretti, e dicendo che gli stilisti la temono (?, poi va da Dolce e Gabbana e pretende una borsa che gli stilisti hanno regalato ad una collega blogger (sacrilegio!!), poi posa per la campagna Silvan Heach e non mette mai un loro capo e dico MAI! E potremmo continuare all'infinito. Ora lei mi dica se questa è un'ppassionata di moda che condivide questo aspetto con altre ragazze con la medesima passione, o se è solo una furbetta che pretende di essere la tipa semplice tutto studio e golf di H&M quando invece non fa altro che comprare scarpe da 600 euro in su (e con questo non voglio criticare chi ha le possibilità economiche per farlo), indossare borse da 2000 euro e poi quando viene intervistata lei si dichiara "VICINA AL CONSUMATORE FINALE" (sì, specie in questo periodo di crisi in cui immagino tutti possano permettersi di buttare soldi per una stupida borsa griffata), e di indossare principalmente capi low cost(?????!!). Qui il problema è la COERENZA, dote che manca alla signorina Ferragni e che finalmente anche i giornalisti, dopo averla idolatrata per oltre un anno, hanno capito di che pasta è fatta la ragazza. Basta sventolare due pezzi da 500 euri davanti al viso della biondina tinta, che miracolosamente lei AMA quel brand e non vorrebbe più liberarsene. Vuole un esempio? Chiara ha sempre detto di non apprezzare particolarmente il marchio "Guess" in quanto lo trova piuttosto volgare, e un mese fa dispensava consigli alle sue fans per i regali di natale, nella cui lista compariva proprio un abito Guess. E poi un completino intimo. E poi un paio di scarpe… Ma non le faceva schifo? Spero vivamente che anche lei apra gli occhi e osservi più da vicino la blogger che tanto difende, e sono certa che si renderà conto che il giornalista che lei critica, non ha tutti i torti, anzi!!
    saluti

    Anonymous
  30. scusate, io appartengo alla vecchia generazione di blogger, cioè quella che apriva il blog in modo molto rudimentale e ingenuo senza pensare di costruirci su un business
    quindi resto sconcertata su questi "blog" forse ha ragione la persona in questione, a non volersi far chiamare blogger, perchè a parte la cadenza quotidiana, io di blog non ci vedo proprio niente in questi siti
    sono solo degli enormi contenitori pubblicitari, le blogger mi sembrano semplicemente le eredi delle veline, ragazze bellocce che si vogliono mettere in mostra
    la moda è solo un pretesto, cioè le recensioni che fanno sono abbastanza approssimative
    poi devo anche dire che consulto spesso questo blog ma non mi aspettavo questa difesa, cioè francamente che cosa c'entra con il blog? che senso ha? questo è un blog di outfit, stile ecc perchè questo articolo? mahh

    sofia
  31. va bene, i fashion blogger guadagnano ma la cosa che trovo più fastidiosa è la loro ipocrisia, la finzione attorno alla quale ruota il loro mondo e su questo non mi puoi dire che non è vero
    è tutto fasullo, studiato a tavolino, tutto perfettamente costruito per essere appetibile e vendibile
    tu lo trovi giusto? io no, una pubblicità, un articolo scritto su una rivista sono diverse e sai perchè? perchè sai che è pubblicità, sai che è quella, i fashion blogger invece si pongono come persone comuni quando non lo sono, non hanno gusti, ma prodotti da pubblicizzare, a me pare sia una differenza e un difetto abbastanza importante

    Anonymous
  32. Vorrei rispondere ad Anonymous. Io difendo le lavoratici blogger in generale quindi compresa Chiara. Se si scandalizza dei metodi voltagabbana delle blog riguardo ai brand noti allora deve includerci anche le giornaliste di moda della carta stampata. Direttrici e redattrici. Che molto spesso elogiano i brand che hanno pagato centinaia di euro per la pubbliità sui loro giornali, brand che magari nella stagione precedente avevano ricevuto il pollice verso. E crede che queste signore intervengano a eventi, sfilate,manifestazioni senza essere abbondantemente " omaggiate "? Perché nessuno ha mai tuonato contro queste signore? Ovviamente i colleghi giornalisti tacciono sia per solidarietà sia soprattutto perché all' editore gli girerebbero di brutto se perdesse la pubblicità della maison x a causa di ció che ha scritto un suo dipendente duro e puro. Smettiamola con le ipocrisie. La moda é business e molte blogger valide fanno scelte molto più personali delle giornaliste della carta stampata. Con grande rabbia di queste ultime che cominciano a digrignare i denti e a dar battaglia. Perché il polpolo del web é immenso e le blogger avranno sempre più potere. Che piaccia o mo'.

    Patuc12
  33. Il problema, come molte sottolineano, che ormai le fashion blogger, soprattutto le piu conosciute, sono delle "marchettare" lasciatemi passare il termine… Se inizialmente io incuriosita andavo a guardare abbinamenti, borse "in", scarpe fashion, ora ho sempre il dubbio che mi venga propinata solo xche la blogger è stata pagata x farlo. E si perde il senso di queste fashion blogger… A me hanno gia stufato proprio x questo motivo, e allora preferisco leggere un giornale di moda, che sara pur pagato dalle case x la pubblicita, ma almeno hanno una formazione allespalle…. Tutto qua.
    Che tristezza!

    Anonymous
  34. L'ho letto e tutto d'un fiato! Non avresti potuto esprimere quella che è anche la mia opinione in un modo migliore.

    Fantastica Erica!

    camilla
  35. nessuno si è mai scandalizzato per un editoriale su una rivista di moda (gli editoriali per quanto belli e artistici sono pur sempre finalizzati alla vendita degli abiti o a sottolineare i trend di stagione) o per un paginone di pubblicità o per un articolo dove si consigliano prodotti (mi vengono in mente gli articoli di bellezza di tante riviste)

    nessuno si scandalizza perchè la pubblicità è chiara e limpida, si sa che cosa si sta leggendo, ma la differenza per esempio è che se mi leggo un articolo di bellezza su Glamour magari in mezzo alla pubblicità dei prodotti c'è anche l'intervento di una dottoressa, di un esperto del settore che può dare dei consigli utili, comunque l'articolo è scritto in italiano corretto tanto per dirne una (sui fashion blog l'italiano è scandaloso, per non parlare dell'inglese, e lasciamo perdere concetti e competenze)

    se mi guardo un editoriale di Vogue vedo delle bellissime ragazze truccate benissimo, con abiti da favola e fotografie molto belle

    tutto questo non c'è sui fashion blog

    in più i fashion blogger si fingono interessate alla condivisione del proprio stile ma in realtà condividono soltanto per ricevere regali , soldi e quant'altro

    non è una forma di comunicazione chiara e diretta problema numero uno

    problema numero due, mancano le competenze, a volte la presenza, il gusto, le capacità

    la moda è un business, certamente, ma quel business è fatto di tantissime figure professionali che agiscono in sinergia per creare sogni

    i fashion blog avevano senso quando si trattava di restare nei limiti delle proprie capacità e possibilità, quello che sono diventati è un ibrido pubblicitario che non riesce a eguagliare la bellezza delle riviste, le competenze degli addetti o le capacità dei giornalisti, del sogno moda sui blog non resta niente, solo squallida pubblicità mascherata con un volgare lifestyle "volere non posso"

    GINGER
  36. tutti, io per prima, passiamo almeno 10 minuti al giorno tra i diversi blog di moda…ognuno preferisce ciò che è più vicino al proprio gusto ma non si può negare che, guardando il blog della Ferragni, la consapevolezza che tu, comune mortale, non potrai mai avere tutte quelle cose ti assale ad ogni post. Il suo non è un blog, è un business ben riuscito..tanto di cappello..noi possiamo solo decidere o meno di "leggerla"

    http://onlyserendipity.blogspot.it/

    Donatella
  37. non capisco il senso di questa uscita, ci facevi una figura migliore se evitavi questo post
    non c'entra niente con il tuo blog, e poi difendere proprio quella blogger non farà altro che metterti sotto una cattiva luce, ci hai pensato?

    sarah
  38. la gente è infastidita dal fatto che i fashion blogger non hanno nessun merito o competenza
    a parte che non è detto che anche un attore di hollywood che prende miliardi a film ed è vestito con altrettanti milioni di cose non faccia innervosire, ma almeno un attore ha un lavoro vero, ha studiato, ha delle capacità, anche se sopravvalutate e pagate troppo
    idem un calciatore o una soubrette
    i fashion blogger non sono carne né pesce, sono parassiti
    il fatto della crisi dà fastidio ancora di più se si vede una persona ignorantella e senza capacità (tolte quelle di autopromozione, che cmq nel 90% dei casi non arrivano nemmeno dal frontmanwoman del blog , ma da altra gente) che guadagna un sacco solo per pubblicizzare (occultamente) abiti e accessori costosi
    che poi quale sarebbe il senso? dubito che le sfigate (e le chiamo sfigate perchè quando uno è un poveraccio non c'è niente di peggio che adorare un'altra persona perchè ha più beni materiali di te) che seguono questi blog o le quindicenni si possano permettere quei capi
    quelle che hanno il portafogli pieno non hanno certo bisogno di guardare cosa indossa una parvenue qualsiasi senza nemmeno tanto gusto e quindi? soldi buttati, polemiche che non fanno altro che alimentare l'ego di questa gente, cattiva pubblicità per i brand, è tanto difficile capirlo?
    la cosa che poi mi fa ridere è che questa gente continua imperterrita a pensare che chi li critica sia invidioso e che solo il fatto che le vengano date delle attenzioni sia sinonimo di importanza, che tristezza, la gente parla anche delle cose negative, non si possono fare orecchie da mercanti o come le tre scimmiette quando si vede una cosa che fa ribrezzo
    io cmq seguo il tuo blog perchè è molto comodo e sintetico, ma questo post è davvero inutile, lo potevi tranquillamente evitare secondo me, forse le tue amiche marketing lover dovrebbero spiegarti che mettersi in questi vespai è una delle cose più da evitare per mantenere la qualità del proprio blog

    Anonymous
  39. Non è per il guadagno che personalmente mi sono scandalizzata. E' l'incompetenza che è irritante, in tutti i campi. Il titolo di studio non c'entra nulla se uno ha talento!! E ahimè la maggioranza di queste fashion blogger, compresa la paladina del fenomeno in Italia, è più che evidente che di talento non ne ha, ma è invece gente che ha una gran voglia di non fare nulla e ostentare tutto ciò che possiede. Questa già a 15 anni si faceva foto mezza nuda e ne riempiva il web! L'unica cosa di cui, lei e le sue compagne, hanno bisogno è un pubblico di follower con le fette di salame sugli occhi che le osanni da mattina a sera, le mode sono solo un pretesto, l'unica cosa per cui si sentono appagate è sentirsi dire quanto sono fighe e piene di soldi.

    Anonymous
  40. Io penso che sia, in effetti, poco professionale basare il proprio articolo su delle cose "presunte" e non verificate. Il buon giornalista si accerta dell'attendibilità delle fonti e espone la notizia, che si basa su fatti veri. In questo sono d'accordo con te, non si capisce bene a cosa Marchetti faccia riferimento quando parla della nota blogger e dei presunti compensi mega che richiede per presenziare a eventi.
    Però, poi, non posso fare a meno di pensare che anche la suddetta blogger, se di lei si parla, si diletta a fare la giornalista su A, scrivendo quelle quattro scemenze in un italiano e uno stile tale da far rabbrividire anche l'adolescente più "slangataro".
    Questa è l'unica cosa che mi fa veramente innervosire: che lei abbia tanti soldi, che riceva compensi mega, che le regalino borse e scarpe e le offrano viaggi… fatti suoi. Che lei abbia un blog in cui parla solo di se stessa… fatti suoi. Nessuno costringe nessuno a leggerlo quotidianamente. Che lei, piuttosto che gente che si fa in quattro per riuscirci, scriva quel trafiletto e per giunta così male, no, non lo accetto. Lei che può farci, ovvio che le sia stata offerta la possibilità e l'abbia presa al volo. Ciò, però, demoralizza tutta quella gente che sa scrivere e vorrebbe arrivare lì, dove lei c'è già arrivata senza saper fare praticamente nulla che abbia minimamente a che spartire col giornalismo. Mi sembra strano, Erica, che proprio tu che vieni da una famiglia di giornalisti abbia sentito la necessità di puntualizzare su un articolo di Repubblica piuttosto che sui trafiletti vergognosi che lei scrive sempre su A.

    Angela

    Angela

    Anonymous
  41. a parte tutto vorrei dire che il blog dell'innominata è anche povero dal punto di vista delle tendenze, mi pare che il suo stile sia stantio, sempre le stesse cose combinate con un raro cattivo gusto, uno stile indefinito che ora rimanda a questo o quell'altro blogger e delle vere nuove tendenze non c'è in realtà traccia, di solito i blog di moda si consultano anche per capire cosa va di moda
    continuo a restare fedele alle tendenze Vip, almeno loro davvero anticipano di anni quello che poi finiscono con indossare tutti

    heysiss ofctia
  42. Quello che è sbagliato del fenomeno Ferragni è proprio l'atteggiamento dei professionisti del settore. All'inizio tutti l'hanno idolatrata, le hanno offerto colonne su riviste, l'hanno intervistata come nuovo fenomeno del momento. Hanno preso una ragazzina sfondata di soldi che non ha nessuna consapevolezza della materia di cui "scrive" e l'hanno ricoperta di attenzioni perchè vicina in qualcosa a tutte le ragazzette italiane normali che non studiano moda ma sognano le borse firmate. Qui io ci potevo anche stare.
    Il punto è che tutte queste attenzioni e la crescente "fame" della signorina hanno dato via ad un'escalation di richieste. Nessun astio verso Chiara, tutti volevano "comprare" la sua faccetta da Barbie e lei si è limitata a darsi un prezzo.
    Poi ecco.. qualcuno del settore ha acceso il cervello. Avrà pensato "non è che questa pensa davvero di essere qualcuno?". Il problema è che l'ha fatto tropo tardi, quando Chiara già pretendeva borse da D&G.

    Poi sono venute le proteste dei giornalisti alle sfilate [ve lo ricordate "o noi o i blogger?"], gli articoli sarcastici, Vogue.it che parla del fenomeno in maniera un attimo più critica e infine questa polemica dritta al punto.

    Chiara non è un'esperta di moda, non ne capisce una mazza. Le hanno dato la possibilità di creare delle mini collezioni di scarpe e si è limitata a scopiazzare in giro. Questo dice tutto.
    Se poi tutti l'hanno cominciata a definire "fashion blogger" e ad offrirle soldi non è proprio colpa sua se adesso se la tira e si sente la principessa sul pisello.

    Chi è causa del suo mal pianga se stesso. Il fenomeno Ferragni si sgonfierà se le marche smetteranno di fare il suo gioco.. altrimenti amen. Lei continuerà con le sue BalenciagaPradaChanelDior e le altre marche magari capiranno che ci sono bel altre blogger, più serie e competenti, a cui rivolgersi.

    Nero
  43. E infine: non c'è bisogno di generalizzare il discorso quando è qualcosa che riguarda solo la Ferragni. Per ogni blogger ci sarebbe da fare un discorso a parte, io seguo tantissime ragazze che hanno idee e competenze.. ma anche altre che si limitano a fotografare le scarpe nuove per scoattarsela. Nulla di male, "ognuno fa quel che riesce" si dice dalle parti mie.

    Nero
  44. secondo me il suo blog si è già sgonfiato da tempo, basta guardare i commenti, inizialmente si capiva che arrivavano da persone "normali" adesso mi pare che la seguano soltanto ragazzine, persone molto umili che sognano letteralmente i suoi oggetti, il suo stile di vita
    del resto lei non era ricca sfondata, era benestante ma una persona normale, lo scopo del blog fin dal principio è sempre stato quello di avere sponsor ecc (lo disse pure lei in una delle primissime interviste)
    e poi infatti ormai quel blog non illustra nemmeno più bene i trend del momento, ma singoli capi, chi è davvero appassionato di moda e tendenze (senza sforare nel costume, nei paroloni degli addetti ai lavori eh..) segue altri blog
    per esempio questo è un ottimo esempio da consultare, io però non avrei scritto questo post, idea mia

    ciao

    Anonymous
  45. il punto è che lei fa bene a cavalcare l'onda del momento, chi non lo farebbe al posto suo? io sarei la prima: fare il lavoro dei sogni con zero sbattimento, senza una laurea, senza una competenza, senza aver sgomitato per ottenere un posticino. il punto è che chi le dà importanza, ovvero i brand e le aziende, sanno di avere un asso nella manica con la ferragni. La sua pagina è, dati alla mano, visitatissima. Lei è un modello (pur se sbagliato per molti, me compresa) per le bambinette che aspirano a qualcosa. Quando ero piccola io si aspirava a diventare Spice Girl, oggi si aspira a diventare fashion editor… e la cosa sembra più facile, guardando la ferragni. Ovvio che i brand, consci di quanto questo blog attiri gli sguardi, punti su una pubblicità che costa poco e che frutta molto. Il mondo va cosi.

    Ang

    Anonymous
  46. ti sbagli caroa ang, al mondo c'è anche chi si iscrive all'università a 40 anni perchè vuole studiare e non fare "il lavoro dei sogni" senza una laurea, senza arte né parte, senza competenze, facendo la figura del cioccolataio ogni volta che apre bocca
    certo internet illude le persone di poter diventare tutto e il contrario di tutto se lo vogliono, basta vendersi bene, ma questo non vuol dire che sia giusto e che la qualità sia sacrificata sempre di fronte alla popolarità
    io non credo che le aziende sappiano di avere un asso nella manica con la blogger da te citata, mi pare che i suoi followers siano persone molto umili o troppo giovani, il livello dei commenti e dei followers è sceso notevolmente e lo si può notare senza difficoltà, o si tratta di spam per pubblicizzare i propri blog o si tratta di ragazzine o di gente che non si potrà mai comprare gli articoli da lei sponsorizzati
    e chi la segue perchè non la trova simpatica dubito che acquisterà gli articoli in questione, anzi
    quindi dove sarebbe questo asso nella manica?
    io auspico un ritorno a blog normali senza obblighi di sponsorizzazione e auspico che ognuno torni a fare quello per cui ha studiato o se proprio vuole dilettarsi nel blogging lo faccia con un approccio totalmente diverso
    tra l'altro mi pare di aver visto che quel blog non ci siano tendenze, consigli di stile o recensioni di brand, e queste sono le cose che interessano di più il target "normale" non quello che sogna sulla Barbie
    saluti

    Anonymous
  47. i fashion blog sono diventati una miniera di noia e di qualunquismo
    non so che cosa spinga tutte queste persone ad aprirne sempre di nuovi
    commenti superficiali e inutili, quasi sempre lasciati per farsi cliccare sul proprio blog
    che senso ha tutto questo?
    veramente, provate a chiedervi dove sia la sostanza
    siamo davvero diventati così poveri da non necessitare più niente se non qualche click, qualche collaborazione, soldi facili e basta? sarebbe un ritratto deprimente delle donne

    francesca
  48. cimplimenti hai scritto un articolo veramente bello da leggere! ho seguito un pochino questa problematica, ma non mi interessa tanto da perderci piú tempo! é vero che é una realtá un pó assurda attualmente con i fashion/outfit blogger, ma chi é bravo puó essere una bella ispirazione e poi ogni uno puó scegliere chi seguire e chi "odiare". l'invidia tanto non porta a nulla! ;D

    tu senz'altro hai un blog apprezzatissimo in tutto il mondo, complimenti!

    internodiciotto