Non sono un’utilizzatrice compulsiva di profumi. Anzi, faccio puttosto fatica a trovare fragranze che mi piacciano. Non sopporto quelle troppo forti o dolciastre. Sono invece un’appassionata del design delle bottiglie (e non solo di profumi, anni fa avevo una “raccolta fotografica” delle più particolari bottiglie d’acqua di vetro!). Più sono essenziali, pure e minimaliste e più mi piacciono. Perciò quando ho visto quella di (untitled) di Maison Martin Margiela c’è stato subito un bottiglietta-feeling. Il flacone è stato creato da Fabien Baron, sembra intinto nella vernice bianca ed è sigillato con un filo di cotone che riprende l’antica tecnica del baudruchage, in omaggio alla cura artigianale del brand e alle sue etichette “no logo”, fatte solo di impunture. Di recente (untitled) di Maison Martin Margiela ha vinto il Premio Miglior Fragranza di Nicchia assegnato dall’Accademia del Profumo. Mi sono detta: “Se mi piacesse anche la fragranza avrei trovato un nuovo oggetto del desiderio”. E devo dire che così è stato. L’ingrediente principale di (untitled) è il galbano, un arbusto raro del medio-oriente. Le sue note incisivesi nutrono dell’amaro del verde di bosso, della vibrazione del lentisco e dell’incenso, del vellutato dell’arancia amara. Gelsomino e cedro impregnato di muschi contrastano questa base, contornando il profumo di un calore denso e quasi patinato. Naturalmente è impossibile consigliare un profumo, che rappresenta la soggettività più di qualsiasi abito. E se non vi piace questo galbano, non ci sarà niente da fare. Ma d’altronde (untitled), come tutte le creazioni Maison Martin Margiela, non ammette mezze misure. Amore o Odio. E’ proprio questo il bello.